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—————————————————RIPRENDIAMOCI LA NOSTRA VALLE!!!

~ 06 Ottobre 2012

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Archivi tag: Italcementi

ITALCEMENTI COLLEFERRO VUOLE BRUCIARE PLASTICA, PNEUMATICI, FANGHI: COME UCCIDERE UNA CITTA’ A NORMA DI LEGGE.

04 venerdì Gen 2013

Posted by seiunozerovalledelsacco in Comunicati Stampa

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Aitec, ambiente, biossido di azoto, CDR, colleferro, combustibile fossile, Combustibile Solido Secondario, CSS, Fiume Sacco, fluff, Inceneritori, Inquinamento, Italcementi, Lazio, legge seveso, militarizzazione energetica, Ministero dell’Ambiente, NOx, parchi fotovoltaici, petcoke, plastica, pneumatici fuori uso, Roma Capitale, Sacco, Seveso, Turbogas, valle del sacco, Valutazione di Impatto Ambientale, Veleno

Nell’assoluto delirio della gestione dei rifiuti nel Lazio, con dichiarazioni istituzionali sull’ipotesi di incenerire negli impianti di Colleferro o smaltire negli impianti delle province, quanto Roma Capitale non riesce a più a sostenere, restiamo esterrefatti dalla richiesta di assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) relativa al nuovo progetto presentato da Italcementi Colleferro in data 27 dicembre 2012 presso la Regione Lazio.
In una città in cui insistono una discarica di Rifiuti Solidi Urbani, sostanzialmente fuorilegge, due inceneritori di Combustibile Derivato da Rifiuti (CDR), un’area industriale con due siti di stoccaggio definitivo per rifiuti tossici, un cementificio, due industrie che devono rispondere alla legge Seveso Bis per i rischi da incidente rilevante, una centrale a turbogas, occupazioni di suolo con parchi fotovoltaici per quella che noi definiamo “militarizzazione energetica”, non ci saremmo mai aspettati che qualcuno avesse ancora la faccia tosta di proporre nuovi impianti, per usare un eufemismo, fuori luogo.

 

L’Italcementi di Colleferro presenta la sua “becera idea di sviluppo sostenibile” con la realizzazione di due linee di incenerimento rifiuti, la prima con “fanghi biologici essiccati provenienti dal trattamento delle acque reflue”, la seconda con “pneumatici fuori uso” e “fluff” ovvero plastica frantumata. Nel nuovo progetto, del costo di 3,3 milioni di euro, è previsto l’incenerimento di 36.000 tonnellate annue, circa 100 tonnellate al giorno di rifiuti, per alimentare i due forni esistenti di cottura del clinker in sostituzione dell’attuale petcoke ovvero combustibile fossile.

Il Ministero dell’Ambiente, già nel mese di Aprile, aveva affermato che era nelle sue intenzioni con apposito decreto, approvato in fase di regolamentazione dal Consiglio dei Ministri e in attesa dei pareri del Consiglio di Stato e delle Commissioni Parlamentari, «favorire e promuovere un accordo di programma tra il ministero dell’Ambiente, alcune regioni italiane e Aitec (Associazione italiana tecnico economica del cemento, ndr) sulla valorizzazione energetica del Css nelle regioni italiane che sono maggiormente esposte e tutt’ ora in una grave situazione di emergenza», e affrontando quella di Roma, aveva chiarito che la città «non entrerà in emergenza se avrà questa prospettiva, che poi e’ quella delle direttive europee e delle leggi nazionali».

In pratica il CSS – Combustibile Solido Secondario – non è altro che una ridefinizione della tipologia di rifiuti da avviare ad incenerimento che comprende materie plastiche, pneumatici fuori uso, scarti in gomma, tessili e scarti del calzaturiero, frazioni secche combustibili. Vengono quindi favoriti i processi di incenerimento consentendo di bruciare anche frazioni che in passato venivano escluse. Ulteriore gravità è che il ricorrere al CSS in luogo del combustibile fossile viene inteso come “modifica non sostanziale” permettendo di evitare l’iter autorizzativo solito mediante l’applicazione di un regime giuridico ad hoc.
In futuro, se passerà questo progetto, la qualità dell’aria complessiva a Colleferro e in aree limitrofe di certo non migliorerà, in quanto i limiti di emissione concessi ad un cementificio sono molto superiori a quelli consentiti ad un inceneritore di rifiuti classico.
Ad esempio con riferimento agli impianti di Colleferro e per una sola delle sostanze emesse in atmosfera, il biossido di azoto (NOx), è stato autorizzato un valore medio giornaliero in uscita di 70 mg/Nmc per ogni linea di incenerimento rifiuti, di 800 mg/Nmc per il cementificio.
La differenza è evidente, come è plausibile che i riferimenti normativi, nazionali ed europei, che riguardano l’industria del cemento, siano applicabili ad impianti situati lontano da nuclei urbani e non in aree già altamente compromesse come la nostra. Attualmente in nessuna parte del mondo sarebbe possibile insediare un’attività produttiva del genere a pochi passi dalle abitazioni.
Italcementi si dimostra rassicurante presentando scenari di emissione in atmosfera ridotti rispetto alla situazione attuale, segnalando però in modo poco esauriente e visibilmente di parte lo scenario di variabilità determinato dalle diverse sostanze introdotte nel processo di combustione.

Il paradosso è che nella stessa area prima si autorizza una centrale a turbogas funzionante a combustibile fossile, giustificandola come migliorativa in sostituzione dell’esistente; il giorno dopo si richiede l’autorizzazione per sostituire un’alimentazione da combustibile fossile con combustibile derivato, giustificandola sempre come migliorativa.
Evidentemente il legislatore non ha previsto che potessero esistere situazioni folli come quella di Colleferro.

Nel caso in cui il decisore pubblico che verrà chiamato alla valutazione del progetto abbia la memoria corta, siamo a disposizione per ricordare tutte le azioni che nel passato recente sono state compiute con autorizzazioni che non hanno tenuto in alcuna considerazione l’alta concentrazione di problematiche ambientali e sanitarie.

Con estrema rabbia ci troviamo per l’ennesima volta a fare ciò che qualsiasi amministrazione locale decente dovrebbe fare, cioè informare la popolazione sui pericoli incombenti e far valere i diritti dei cittadini. Come sempre questo silenzio è imbarazzante, inquietante, assordante. Segno di una reiterata volontà ad occultare, unica capacità che ci risulti essere peculiare.

Invitiamo pertanto, nell’imminenza della consultazione elettorale, le forze politiche candidate ai governi regionali e nazionali, nonché i rappresentanti locali , a dichiarare in modo inequivocabile le loro intenzioni e la loro disponibilità ad aprire un tavolo di confronto serio dove si possano esporre tutte le problematiche ambientali in soluzione unica, al fine di stilare una serie di provvedimenti volti al reale risanamento ambientale, sanitario, economico e sociale. Senza questi presupposti i soggetti menzionati abbiano almeno il pudore di evitare le nostre piazze per nominare, come in passato, il nome “ambiente” invano.

Nel frattempo ci stiamo organizzando per porre in essere tutte le azioni che riescano a far decadere questo ennesimo schiaffo alla nostra dignità.

COMUNICATO STAMPA RETE PER LA TUTELA DELLA VALLE DEL SACCO

RIFIUTI VALLE DEL SACCO. TMB A PALIANO: IL SINDACO STURVI ANNUNCIA LA MARCIA INDIETRO DEL PREFETTO SOTTILE.

09 venerdì Nov 2012

Posted by seiunozerovalledelsacco in Comunicati Stampa

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300.000 Tonnellate, 6 Ottobre 2012, 610, ambiente, Castellaccio, CDR, Clini, Colle Fagiolara, Comunità Europea, Coordinamento Valle del Sacco, CVS, Discarica, Dott. Goffredo Sottile, Emergenza, Enti Locali, Fiume Sacco, Inceneritori, indagini epidemiologiche, Inquinamento, Italcementi, manifestazione, Ministro, paliano, Piano dei Rifiuti, Prefetto, Regione Lazio, Sacco, Sturvi, Territorio, TMB, Trattamento Meccanico Biologico, valle del sacco, Veleno

Dalla stampa locale il Sindaco di Paliano, Maurizio Sturvi, annuncia la momentanea sospensione della realizzazione di un impianto di Trattamento Meccanico Biologico di rifiuti nel sito di Castellaccio, a seguito della nota a firma del Commissario per l’emergenza rifiuti nel Lazio, Dott. Goffredo Sottile, che  reciterebbe “ogni iniziativa al riguardo è momentaneamente sospesa”.

La notizia, che tuttavia non sancisce il definitivo stralcio del progetto e lascia ancora in piedi la spada di Damocle di un TMB a Colle Fagiolara, è comunque da considerare positiva per tutti i cittadini della Valle  che negli ultimi mesi si sono mobilitati per scongiurare un ennesimo scempio ambientale e che si sono riuniti, in migliaia, durante la manifestazione del 6 ottobre a Colleferro indetta dal Coordinamento Valle del Sacco.

Senza false illusioni, la decisione del Prefetto è sicuramente un primo traguardo frutto delle mobilitazioni messe in campo su tutto il territorio valligiano, dell’opera di sensibilizzazione e pressione verso le Istituzioni locali e delle azioni intraprese in sede europea da parte del CVS.

“Come ulteriore rassicurazione di pubblica utilità, chiediamo al Sindaco Sturvi di rendere pubblica la nota ricevuta dal Prefetto Sottile nella sua versione integrale. La nostra allerta e opera di denuncia sullo status quo ambientale e sanitario della Valle andrà avanti su tutte le situazioni critiche in essere – dichiarano i portavoce del Coordinamento –  con la rinnovata consapevolezza che il nostro lavoro è sicuramente riuscito a produrre risultati. Rinnoviamo l’appello al Ministro Clini – conclude il CVS – di partecipare ad una iniziativa pubblica a Colleferro per prendere atto e dibattere con il CVS sulle tante altre situazioni emergenziali che pendono sul nostro territorio, dalla bonifica della Valle del Sacco ancora in essere, alla discarica di Colle Fagiolara, alle attività già sanzionate della Italcementi, sino alle recenti e preoccupanti indagini epidemiologiche determinate dalla presenza di inceneritori e discarica”.

Coordinamento Valle del Sacco – Info: 3385909983

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