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Il Ministero dell’Ambiente, già nel mese di Aprile, aveva affermato che era nelle sue intenzioni con apposito decreto, approvato in fase di regolamentazione dal Consiglio dei Ministri e in attesa dei pareri del Consiglio di Stato e delle Commissioni Parlamentari, «favorire e promuovere un accordo di programma tra il ministero dell’Ambiente, alcune regioni italiane e Aitec (Associazione italiana tecnico economica del cemento, ndr) sulla valorizzazione energetica del Css nelle regioni italiane che sono maggiormente esposte e tutt’ ora in una grave situazione di emergenza», e affrontando quella di Roma, aveva chiarito che la città «non entrerà in emergenza se avrà questa prospettiva, che poi e’ quella delle direttive europee e delle leggi nazionali».
In futuro, se passerà questo progetto, la qualità dell’aria complessiva a Colleferro e in aree limitrofe di certo non migliorerà, in quanto i limiti di emissione concessi ad un cementificio sono molto superiori a quelli consentiti ad un inceneritore di rifiuti classico.
Ad esempio con riferimento agli impianti di Colleferro e per una sola delle sostanze emesse in atmosfera, il biossido di azoto (NOx), è stato autorizzato un valore medio giornaliero in uscita di 70 mg/Nmc per ogni linea di incenerimento rifiuti, di 800 mg/Nmc per il cementificio.
La differenza è evidente, come è plausibile che i riferimenti normativi, nazionali ed europei, che riguardano l’industria del cemento, siano applicabili ad impianti situati lontano da nuclei urbani e non in aree già altamente compromesse come la nostra. Attualmente in nessuna parte del mondo sarebbe possibile insediare un’attività produttiva del genere a pochi passi dalle abitazioni.
Italcementi si dimostra rassicurante presentando scenari di emissione in atmosfera ridotti rispetto alla situazione attuale, segnalando però in modo poco esauriente e visibilmente di parte lo scenario di variabilità determinato dalle diverse sostanze introdotte nel processo di combustione.
Evidentemente il legislatore non ha previsto che potessero esistere situazioni folli come quella di Colleferro.
Con estrema rabbia ci troviamo per l’ennesima volta a fare ciò che qualsiasi amministrazione locale decente dovrebbe fare, cioè informare la popolazione sui pericoli incombenti e far valere i diritti dei cittadini. Come sempre questo silenzio è imbarazzante, inquietante, assordante. Segno di una reiterata volontà ad occultare, unica capacità che ci risulti essere peculiare.
Invitiamo pertanto, nell’imminenza della consultazione elettorale, le forze politiche candidate ai governi regionali e nazionali, nonché i rappresentanti locali , a dichiarare in modo inequivocabile le loro intenzioni e la loro disponibilità ad aprire un tavolo di confronto serio dove si possano esporre tutte le problematiche ambientali in soluzione unica, al fine di stilare una serie di provvedimenti volti al reale risanamento ambientale, sanitario, economico e sociale. Senza questi presupposti i soggetti menzionati abbiano almeno il pudore di evitare le nostre piazze per nominare, come in passato, il nome “ambiente” invano.
Nel frattempo ci stiamo organizzando per porre in essere tutte le azioni che riescano a far decadere questo ennesimo schiaffo alla nostra dignità.