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—————————————————RIPRENDIAMOCI LA NOSTRA VALLE!!!

~ 06 Ottobre 2012

—————————————————RIPRENDIAMOCI LA NOSTRA VALLE!!!

Archivi tag: Demetra

UN FIUME DI CITTADINI LUNGO IL FIUME

17 mercoledì Ott 2012

Posted by seiunozerovalledelsacco in Comunicati Stampa

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La manifestazione  del 6 Ottobre SEIUNOZERO? organizzata dal Coordinamento Valle del Sacco (CVS) ha superato le più rosee aspettative. Quasi quattromila persone hanno partecipato al corteo lungo 6 Km che partendo dalla stazione ferroviaria di Colleferro ha percorso la statale Casilina e la via Palianese per raggiungere la discarica di colle Fagiolara e fare lo stesso percorso a ritroso. Gli slogan “questa Valle non si vende, questa Valle si difende”, “chi non ha il coraggio di ribellarsi non ha il diritto di lamentarsi” e “vogliamo lavorare senza farci avvelenare” sono stati gridati da cittadini di Colleferro, Paliano, Anagni, Sgurgola, Labico, Valmontone, Genazzano, Ceccano, Ferentino, Montelanico, Segni, Carpineto, Olevano, Bellegra, San Vito, Serrone, Piglio e molti altri provenienti anche dal resto del Lazio. Erano Presenti organizzazioni ambientaliste e politiche, movimenti, sindacati, comitati e sindaci di alcuni paesi succitati. Gli organizzatori del Coordinamento Valle del Sacco si dichiarano più che soddisfatti anche perchè le difficoltà che hanno dovuto superare sono state molteplici. Soprattutto hanno percepito un atteggiamento ostile da parte dell’amministrazione di Colleferro per comprensibili motivi di avversione all’iniziativa organizzata dal “basso”. Il dispiegamento delle forze dell’ordine è stato imponente come imponente è stata la partecipazione della popolazione: bella, pacifica, ricca di carrozzine di bambini ed anziani. La richiesta collettiva, forte e determinata degli abitante della Valle è chiara: porre fine ad un sistema di smaltimento dei rifiuti che prevede l’incenerimento e le discariche da parte di Amministrazioni inefficienti e irresponsabili.  La bonifica dei terreni contaminati è una priorità!  Il coordinamento ringrazia quanti hanno reso possibile questa straordinaria manifestazione con il loro impegno e la loro presenza nonché le testate giornalistiche e le tv che hanno voluto documentare la festosa giornata. L’impegno del CVS, della cittadinanza e degli abitanti della Valle continua con altre iniziative in cantiere, che presto verranno pubblicizzate e messe in atto.

COORDINAMENTO VALLE DEL SACCO

DOCUMENTO MANIFESTAZIONE SEIUNOZERO?

09 martedì Ott 2012

Posted by seiunozerovalledelsacco in Articoli, Comunicati Stampa

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300.000 Tonnellate, 6 Ottobre 2012, 610, ACEA, AMA, ambiente, anagni, Autostrada, Benzoino, Beta-HCH, Castellaccio, CDR, Colle Fagiolara, colleferro, Combustibile Derivato da Rifiuti, Coordinamento Valle del Sacco, CVS, Demetra, Discarica, Emergenza, Enti Locali, Fiume Sacco, Inceneritori, Inquinamento, Malagrotta, manifestazione, Mercurio, paliano, Piano dei Rifiuti, Regione Lazio, Sacco, Territorio, TMB, Trattamento Meccanico Biologico, valle del sacco, Veleno

Nel 2000 alcuni cittadini di Colleferro bloccavano il cantiere dove si stavano costruendo gli inceneritori.
Vennero fatti sgomberare con la forza, denunciati e sanzionati per una somma pari al costo della propria abitazione;in seguito la denuncia fu ritirata ma questa brutta pagina della nostra storia fu la prova generale per la creazione di un territorio completamente asservito a raccogliere tutto quello che disturba, tutto ciò che inquina, tutto ciò che nega il diritto alla salute e quindi all’abitare.
Quella battaglia fu fatta nell’isolamento totale: la convinzione che l’incenerimento producesse diossine, polveri sottili , che si sono dimostrate causa di incrementi di patologie tumorali, era allora poco diffusa.
Furono troppe le menzogne, ci fecero credere che quello fosse l’unico modo per la chiusura della discarica.
Nel frattempo nessuno si preoccupava di risanare il territorio dall’inquinamento provocato dalle produzioni chimiche del passato ; cadde il silenzio sui siti contaminati per la presenza di fusti tossici.

Oggi sappiamo bene che quegli impianti, come hanno certificato i NOE nel 2009, sono stati a lungo fuorilegge, sappiamo che sono andati in fumo centinaia di milioni di euro, come attesta la sentenza della corte dei Conti, e che gli inceneritori sono effettivamente dannosi per la salute.
Di fatto la discarica ha continuato a crescere così come la percentuale di tumori.

Nonostante sia evidente il fallimento sotto il profilo ambientale ed economico, qualcuno ancora vuole installare nuovi mostri ecologici per produrre combustibile per gli inceneritori e materiale per il conferimento in discarica: 300.000 tonnellate di rifiuti arriverebbero, ogni anno, da Roma pregiudicando ogni possibilità di risanamento.

Ancora una volta siamo considerati cittadini di serie B e capaci solo di creare una adiposa classe politica locale, funzionale alla creazione di inaccettabili costosi impianti inquinanti, personaggi ai quali i vertici ipocriti dei loro partiti, hanno incautamente aperto l’ascensore del successo politico.

Questa giornata dimostra la volontà dei cittadini di cambiare rotta , di respirare finalmente aria pulita, di tornare a coltivare la terra senza il timore di trovarla avvelenata e di avvelenare chi si nutre dei suoi frutti, di lavorare in una fabbrica che sia il risultato di una riconversione finalizzata alla produzione di beni eco sostenibili.
Vogliamo : tornare a bere la nostra acqua, camminare lungo il nostro fiume.

Siamo consapevoli che questi risultati non sono immediati ma oggi pretendiamo di essere ascoltati, non accettiamo più ricette elaborate altrove.

Che cali definitivamente il sipario della disgustosa commedia dell’arte fatta di guerre tra poveri accese dai soliti ricchi.

La Valle del Sacco vuole cambiare!

Siamo decisi a lottare insieme, con varie anime, ma con un ‘ identità nuova; un’intera ed unica comunità proiettata verso un futuro sostenibile e pulito.

Associazioni ambientaliste, circoli territoriali, comitati e cittadini attivi hanno dato vita a questo coordinamento.
Non siamo più divisi perché voi eco corruttori ci avete uniti.

Coltiviamo un senso civico ed una voglia di riscatto.

Siamo un gruppo di pressione che le amministrazioni e i poteri forti non potranno più snobbare come spesso è successo in passato. Per questo oggi ci appelliamo ai meno reattivi e chiediamo di unirsi a noi perché non saranno più soli.

Possiamo cambiare le cose: innanzitutto trasformandoci in consumatori consapevoli che scelgono di comprare prodotti con meno imballaggi possibile, biologici e provenienti da aziende locali, pretendendo, quindi, che i nostri prodotti enogastronomici, risultato di tradizioni millenarie, siano difesi dalle aggressioni dei grandi interessi.
Nelle nostra valle esistono sraordinari borghi e città d’arte, noi vogliamo che tornino ad essere centri vitali.

La mobilitazione di oggi è solo la partenza di un percorso che vedrà ogni cittadino attivo protagonista.
Dall’ arretramento in cui ci avete confinati, cari signori che sedete nelle stanze dei bottoni, abbiamo tratto la forza per arrivare a bonificare le vostre coscienze.

Avete violentato i nostri ideali costringendoci spesso scegliere tra il diritto alla salute ed il diritto al lavoro.
Ora diciamo basta alle false promesse di lavoro, alla falsa ed inadeguata bonifica; basta ad i troppi e costosi commissari, ad i preziosi consulenti, basta al costante sperpero di denaro pubblico.

Nessuno in questa valle dovrà essere più uno ZERO!

Saremo, tutti insieme, una comunità che si autorigenera ed autodetermina, per questo chiediamo , anzi ,

PRETENDIAMO:
Raccolta differenziata porta e porta finalizzata al riciclo e quindi chiusura della discarica e dismissione degli inceneritori

Abbandono dei due progetti di impianto di trattamento meccanico biologico dei rifiuti a Paliano e Colleferro

Dismissione della Turbogas

Realizzazione di impianti di compostaggio COMUNALI per lo smaltimento dei rifiuti organici

Una bonifica efficace dei siti inquinati della Valle del Sacco

Messa in mora di impianti di impianti fotovoltaici su terreno agricolo e l’installazione di questi ultimi su edifici comunali

Rispetto del principio di prossimità .I rifiuti dovranno essere trattati il più vicino possibile ad i luoghi dove essi vengono prodotti.

Creazione di ambiti territoriali ottimali di piccole dimensioni per poter contrastare le infiltrazioni delle ecomafie.

Incentivi per la promozione di iniziative volte alla riduzione dei rifiuti a monte come l’autocompostaggio , e la riduzione dell’uso degli imballi della plastica attraverso le distribuzioni alla spina di detergenti, bevande, latte, ecc.

Sottoscrizione di accordi con istituti universitari per condurre un’adeguata indagine epidemiologica che possa fare luce sullo stato di salute della nostra aree e per studiare metodi per tornare a produrre nei terreni oggi inquinati, alimenti sani.

Politiche di sostegno e promozione dei prodotti agricoli di eccellenza , come il vino cesanese, i formaggi e le castagne delle nostre montagne.

Politiche di sostegno all’agricoltura locale

Politiche volte alla mobilità sostenibile ed in particolare per migliorare i collegamenti su ferro con la capitale e offrire condizioni di viaggio dignitose per i lavoratori e gli studenti pendolari.

Forte implementazione del verde pubblico per favorire l’abbattimento delle polveri sottili, con creazioni di parchi intercomunali e tutela di quelli già esistenti, dove poter correre, leggere, incontrarsi.

Progetti che educhino i cittadini alla prevenzione sanitaria primaria, quella relativa agli stili di vita, all’alimentazione, all’ambiente.

Non stiamo chiedendo troppo, stiamo chiedendo il giusto!

Il Ministro per l’ambiente è già da tempo stato invitato a venire a vedere di persona ed a condurre un pubblico dibattito. Rinnoviamo a gran voce l’invito.

Oggi ci presentiamo come i cittadini della Valle del Sacco, ci unisce il nostro fiume con i problemi di oggi e la speranza per il domani.
Chiediamo questo per noi e per i tanti che oggi non possono essere qui perché assistono familiari malati e ricoverati nei centri oncologici, pendolari del dolore a causa di una politica ambientale scellerata, questo è l’unico progetto che può asciugare le loro lacrime.

Colleferro: la bonifica non c’è, l’emergenza sì. Ma il commissario ha troppi impegni. (Il Fatto quotidiano)

27 venerdì Lug 2012

Posted by seiunozerovalledelsacco in Articoli

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300.000 Tonnellate, ambiente, anagni, Arpa 1, Arpa 2, Benzoino, Berlusconi, Beta-HCH, Biomassa, Castellaccio, Colle Fagiolara, colleferro, Combustibile Derivato da Rifiuti, Comunità Europea, Coordinamento Valle del Sacco, CVS, Demetra, Discarica, Emergenza, Enti Locali, Fiume Sacco, Inquinamento, Mercurio, paliano, Piano dei Rifiuti, Pierluigi Di Palma, Regione Lazio, Renata Polverini, Sacco, Territorio, TMB, Trattamento Meccanico Biologico, valle del sacco, Veleno

Colleferro: la bonifica non c’è, l’emergenza sì. Ma il commissario ha troppi impegni (Il Fatto Quotidiano)

A 50 chilometri da Roma c’è un’intera valle, lunga una sessantina di chilometri, contaminata dalla micidiale molecola derivata dagli erbicidi. Ma chi dovrebbe occuparsi di risanare l’ambiente – il vice segretario generale della Difesa Pierluigi Dipalma – ha poco tempo per farlo, tra una consulenza e l’altra

di Andrea Palladino

Quando l’avvocato dello Stato Pierluigi Di Palma ha ricevuto la pesante nomina dal governo Berlusconi non ha battuto un ciglio. Per lui, presidente del think tank dell’aviazione civile e militare Demetra, la carica di vice segretario generale della Difesa è una sorta nota di merito da mettere nel curriculum. Da allora – era il 2011 – la sua agenda è diventata fittissima d’impegni, che si sommano a quelli di commissario straordinario per l’emergenza ambientale della valle del Sacco.

Non una robetta da niente: un’intera valle lunga una sessantina di chilometri contaminata dalla micidiale molecola derivata dagli erbicidi prodotti a Colleferro, il Beta-HCH. Un disastro scoperto ufficialmente quasi per caso alla fine del 2004, ma già ben noto, in realtà, dai primi anni ’90, quando la procura di Velletri processò i vertici di aziende chimiche del peso della Caffaro e della Bpd per aver sotterrato centinaia di fusti intrisi di veleni terribili nell’area industriale di Colleferro. Un’area – quella delle industrie degli armamenti di Colleferro, dove sono stati trovati i depositi di rifiuti pericolosi stoccati negli anni passati – oggi di proprietà della Avio, colosso dei propellenti per missili posseduta per un 14 per cento da Finmeccanica, con la maggioranza delle quote in mano inglese.

“L’incarico di commissario per l’emergenza – assicura – lo faccio praticamente gratis. Quello che guadagno rientra, penso, nei tetti stabiliti da Monti per i manager di Stato”. Il problema, però, è che quella bonifica sta accumulando ritardi di mesi, se non di anni. Con qualche consulenza di troppo del commissario Di Palma, contrattato dall’Agenzia spaziale italiana – socia dei proprietari del terreno – con una retribuzione lorda di 70 mila euro annui: “Consulenza scaduta lo scorso gennaio – spiega il commissario e vice segretario generale della Difesa – e non ritengo che vi siano conflitti d’interesse”.

In questa città a cinquanta chilometri da Roma si producevano gli esplosivi che alimentavano le armi da guerra italiane vendute in tutto il mondo e gli erbicidi poi vietati, dopo che gli studi degli anni ’80 ne hanno dimostrato l’alta tossicità per l’ambiente e l’uomo. Scorie stoccate senza nessuna protezione, che anni fa hanno rotto le deboli protezioni, entrando nel fiume Sacco, contaminandone l’argine fino all’imbocco nel fiume Liri, in piena Ciociaria. Una Seveso dimenticata, a pochi chilometri da Roma, con la pesante eredità di centinaia – forse migliaia – di persone contaminate. A vita, irreparabilmente.

Da quando nel 2004 i residui furono scoperti all’interno del latte che finiva in tutta Italia, attraverso la centrale del latte di Roma, la bonifica è proseguita con una certa stanchezza. I quattro siti considerati il punto zero dell’inquinamento industriale – conosciuti come Arpa 1, Arpa 2, Benzoino ed ex cava di pozzolana – sono in buona parte ancora un cantiere aperto. Nell’ultima conferenza di servizio, approvata dal presidente della regione Lazio Renata Polverini qualche giorno fa, il responsabile del procedimento spiega che vi sono migliaia di metri cubi di materiali ancora da sistemare nei siti definitivi, a sette anni dall’avvio della scoperta ufficiale della contaminazione.

Una buona parte – circa 2000 metri cubi – è composta da sostanze con altissime concentrazioni di residui della lavorazione chimica del lindano e del Ddt, scorie considerate pericolosissime. Per il secondo sito da bonificare, Arpa 2, non è stata ancora avviata la gara d’appalto, mentre lo smantellamento dell’ex fabbrica chiamata Benzoino ha subito ritardi enormi. I tecnici guidati da Pierluigi Di Palma si dicono sicuri che l’impatto sull’ambiente è ormai nullo, grazie ad una barriera idraulica costruita per difendere il fiume. Ma in tanti a Colleferro e nella valle del Sacco continuano ad avere dei dubbi, visto che le sponde del fiume, per una sessantina di chilometri, continuano ancora oggi ad essere considerate off-limits. Nei mesi scorsi, poi, in alcuni pozzi dell’acquedotto della città sono state trovate tracce del temutissimo Beta-HCH, tanto che il sindaco di Colleferro ha chiesto formalmente un aiuto economico al commissario per “l’eventuale contaminazione”.

Segni evidenti che l’emergenza è tutt’altro che finita. L’intervento più evidente ha riguardato l’uso di alcune piante per assorbire il Beta-HCH dalle sponde del fiume, ma alcuni studi negli Stati Uniti sono critici con questo metodo, che richiede tempi lunghissimi. Le piante – dopo aver assorbito le sostanze tossiche – dovranno poi essere bruciate in inceneritori per biomasse, anche se nessuno, a Colleferro, conosce la destinazione finale.

La proprietà dell’area, controllata dalla Avio, ha un ruolo fondamentale nella bonifica. Pur non avendo formalmente nulla a che vedere con le aziende accusate di aver stoccato i rifiuti pericolosi, la società immobiliare dell’azienda aerospaziale legata a Finmeccanica, la Secosvim, è stata chiamata più volte dal commissario straordinario per coordinare gli interventi di bonifica. L’avvocato Di Palma, d’altra parte, conosce bene l’ambiente. Fino al gennaio scorso era consulente giuridico dell’Agenzia spaziale italiana, che con Avio ha formato la società Elv, responsabile del progetto del missile Vega, con sede operativa a Colleferro, nel centrale corso Garibaldi, a qualche centinaio di metri dai siti contaminati.

Stretto il suo rapporto con Enrico Saggese, l’ex manager Finmeccanica finito nel 2008 alla presidenza dell’agenzia spaziale italiana, con un passato ai vertici della Avio Spa, il proprietario dei terreni contaminati di Colleferro. Di Palma e Saggese siedono insieme nel comitato scientifico della potente associazione Demetra. Anche in questo caso con un’agenda fitta di impegni, con convegni e convention partecipatissimi: dal direttore del Tempo Mario Sechi all’attuale ministro della Difesa Gianpaolo Di Paola, dal presidente del Consiglio di Stato Giuseppe Severini, al segretario generale della difesa Claudio Debertolis. Nomi che contano, che appaiono in bella evidenza nelle attività dell’occupatissimo Di Palma. Tra una bonifica e l’altra.

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