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—————————————————RIPRENDIAMOCI LA NOSTRA VALLE!!!

~ 06 Ottobre 2012

—————————————————RIPRENDIAMOCI LA NOSTRA VALLE!!!

Archivi tag: Coordinamento Valle del Sacco

BIOCIDIO TOUR Dal Lazio alla Campania

04 lunedì Nov 2013

Posted by seiunozerovalledelsacco in Comunicati Stampa, Eventi

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A SUD, ambientale, ambiente, Beta-HCH, biocidio, Biocidio Tour, Campania, CDR, Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali, coalizione popolare, Colle Fagiolara, colleferro, conflitti ambientali, Coordinamento Valle del Sacco, CVS, diritto alla salute, Discarica, drammatiche, EJOLT, Emergenza, Environmental Justice Organisations, Europa, Fiume Sacco, Inceneritori, Inquinamento, Lazio, Malagrotta, paliano, Piano dei Rifiuti, Regione Lazio, rifiuti tossici, Sacco, sacrificabili, salute, stoccaggio, stopbiocidio, sversamenti illegali, terra dei fuochi, Territorio, TMB, valle del sacco, VALLE GALERIA, Veleno

Il 9 Novembre una delegazione internazionale composta da accademici, giornalisti, attivisti e ricercatori sarà a Colleferro per conoscere la storia del nostro territorio, un esempio di ingiustizia ambientale, un Biocidio nel Lazio.

stop biocidio - asud.aiL’Associazione A Sud e il Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali organizza il Biocidio Tour, nell’ambito della settimana di attività del progetto europeo EJOLT (Environmental Justice Organisations, Lialibities and Trade) che coinvolgerà attivisti ed esperti di conflitti ambientali provenienti dall’America Latina, dall’Africa, dall’India e da vari paesi europei per visitare i territori emblema di ingiustizia ambientale in Lazio e in Campania.
La delegazione composta da giuristi, accademici, epidemiologici, economisti e attivisti di tutto il mondo sarà in Italia dal 9 al 15 novembre per conoscere ed entrare in contatto con le organizzazioni sociali che lavorano sui conflitti ambientali dando visibilità alle lotte locali e mirando alla costruzione di strumenti utili alle comunità impegnate a salvaguardare l’ambiente e il diritto alla salute.

Perché un Biocido Tour:
Scegliere di installare impianti produttivi, estrattivi o di smaltimento contaminanti su un determinato territorio senza preventivamente valutarne le conseguenze su ambiente e cittadini significa decidere scientemente che quelle comunità sono “sacrificabili” a una malintesa idea di sviluppo.
In Campania è nata un’ampia coalizione popolare per fermare la sistematica violazione del diritto alla salute attraverso l’avvelenamento del territorio e della popolazione, un vero Biocidio che ha trasformato la Campania felix nella Terra dei Fuochi, un immenso territorio tra Napoli e Caserta devastato da un modello di smaltimento dei rifiuti tra discariche, inceneritori, sversamenti illegali di rifiuti tossici e industriali.
Situazione analoga anche nel Lazio dove si contano numerosi siti contaminati per la presenza di stabilimenti industriali o impianti per lo smaltimento dei rifiuti.

LA VALLE GALERIA E LA VALLE DEL SACCO, BIOCIDIO NEL LAZIO

Il 9 novembre la carovana partirà da Roma e visiterà la Valle Galeria, zona a nord di Roma dove si trova la discarica di Malagrotta, sito di stoccaggio dei rifiuti più grande d’Europa, chiusa alla fine del settembre scorso dopo 17 anni di proroghe.Il sito ha un’estensione superiore ai 240 ettari e riceveva ogni giorno tra le 4500 e le 5000 tonnellate di rifiuti, producendo circa 330 tonnellate di scarti e fanghi all’anno. La zona di Malagrotta, che è soltanto una parte della Valle Galeria, comprende i quartieri di Massimina, Santa Cecilia, Spallette e San Cosimato, e rappresenta probabilmente l’area di Roma in cui si concentra il maggior numero di impianti industriali ad alto impatto ambientale.
La delegazione si sposterà a Colleferro dove le associazioni e i cittadini riuniti nel Coordinamento Valle del Sacco illustreranno la storia e le criticità della zona, spiegando l’ origine dell’inquinamento e i danni ambientali provocati dalla gestione scellerata e irresponsabile del territorio.
Dall’avvelenamento del fiume sacco fino all’installazione degli impianti di smaltimento rifiuti, la delegazione visiterà i luoghi simbolo presenti a Colleferro per conoscere dettagliatamente la situazione in cui è costretta a vivere la popolazione.

10 NOVEMBRE NAPOLI E LA TERRA DEI FUOCHI

La carovana conoscerà la drammatica situazione della terra dei fuochi tra la provincia di Napoli e Caserta, una delle zone in Italia in cui le conseguenze dell’esposizione di territori e comunità a agenti inquinanti dovuti prevalentemente alla gestione dei rifiuti sono maggiormente drammatiche.
La delegazione visiterà alcune delle zone caratterizzate dalla presenza di inceneritori, discariche, siti di stoccaggio di ecoballe, sversamenti e smaltimento illegale di rifiuti e incontrerà i comitati locali della zona.
In queste due giornate le personalità internazionali e la stampa avranno l’opportunità di conoscere le conseguenze ambientali, sociali, sanitarie ed economiche della mala gestione del territorio, creando così un momento di divulgazione tra esperti e attivisti locali per trovare soluzioni e percorsi efficaci da intraprendere per non violare il diritto alla salute.

Per maggiori informazioni visitare le pagine.

www.asud.net

http://asud.net/biocidio-tour-nei-luoghi-dellingiustizia-ambientale-tra-lazio-e-campania/

MATERIALI:

Scheda dettagliata Biocidio Tour
Scheda progetto Ejolt
Settimana di attività del progetto a Roma (9-15 novembre)

#StopBiocidio

29 martedì Ott 2013

Posted by seiunozerovalledelsacco in Articoli, Eventi

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ambientale, ambiente, Beta-HCH, biocidio, Campania, colleferro, Coordinamento Valle del Sacco, Csoa La Strada, CVS, diritto alla salute, Inquinamento, La strada, Lazio, malattie, manifestazione, mobilitazione, paliano, Regione Lazio, salute, Stop Biocidio, stopbiocidio, terra dei fuochi, Territorio, Tumori

Giovedì, 24 ottobre, alle ore 18.00 presso il Csoa La Strada si è tenuto il primo partecipato incontro tra comitati, associazioni, coordinamenti, realtà sociali e cittadini convocato per discutere in maniera inclusiva e allargata della costruzione nel Lazio di un percorso #StopBiocidio. Il Biocidio è l’esposizione sistematica delle popolazioni ad incrementi esponenziali del rischio di contrarre tumori e altre malattie a causa della devastazione ambientale del territorio. Una mobilitazione trasversale che nasce nella terra dei fuochi in Campania e che sta germogliando anche nel Lazio.
Il Coordinamento Valle del Sacco ha aderito all’appello Stop Biocidio per partecipare alla costruzione di un percorso regionale di mobilitazione in difesa del diritto alla salute. Di seguito l’appello http://asud.net/stop-biocidio-dalla-campania-al-lazio/
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“Il Diavolo brucia”

24 mercoledì Lug 2013

Posted by seiunozerovalledelsacco in Comunicati Stampa

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AIA, ambiente, ambiente spa, amministratore unico, amministratori, amministrazione, Arpa Lazio, autorità, autorizzazione integrata ambientale, bad company, brucia, Carruba, Castellaccio, CDR, Colle Fagiolara, Colle Sughero, colleferro, Combustibile Derivato da Rifiuti, Coordinamento Valle del Sacco, CVS, diavolo brucia, disastri, Discarica, Divaolo, Emergenza, Enti Locali, EP sistemi, fetore, Fiume Sacco, gaia, gaiagest, incendio, incenerimento, Inceneritori, incidente, Inquinamento, lazio ambiente, MAB, Mario Cacciotti, Mobilititazioni Ambientali di Base, Mobilservice, nastro, nubi, parcogiochi, Piccolo incidente, politica, politici, provincia, Raimbow Magic Land, regionale, regione, Regione Lazio, rogo, Sacco, sicurezza, Sindaco, Super Mario, Territorio, TMB, tossiche, trasportatore, Trattamento Meccanico Biologico, valle del sacco, Veleno, Vigili del fuoco, Vincenzo Conte

Logo Coordinamento Valle del Sacco (1)

COMUNICATO STAMPA COORDINAMENTO VALLE DEL SACCO

“IL DIAVOLO BRUCIA”

Siamo stanchi di correre dietro alle emergenze. Vorremmo partecipare alla ricostruzione, ma non ce lo permettono.

Solo negli ultimi due mesi abbiamo dovuto fare i conti con il rogo di Castellaccio ed attivarci in esposti e sollecitazioni per denunciare il fetore insopportabile che emana la discarica di Colle Fagiolara.
Oggi ci siamo svegliati con l’ennesimo atto di mala gestione delle linee di incenerimento di Colleferro che ha causato l’incendio ad un nastro trasportatore dei rifiuti.
In relazione all’ennesimo “incidente” occorso chiediamo immediatamente al governo della Regione Lazio la verifica di ottemperanza delle prescrizioni relative all’ Autorizzazione Intergrata Ambientale (AIA) ed un riesame della stessa, attivando le condizioni improcrastinabili di revisione dei valori limite di inquinamento e adozione di ulteriori tecniche per la sicurezza di esercizio. Questi sono i risultati delle fatue rassicurazioni da parte di burocratici regionali e provinciali.
Manca il fiato a furia di respirare nubi tossiche, ma non mancherà la voce del CVS nel denunciare lo scempio ambientale-sanitario e l’isolamento politico-amministrativo in cui è stata lasciata la Valle del Sacco.

Le nostre richieste partono da un cambiamento di rotta definitivo da parte del neo Amministratore Unico, dott. Vincenzo Conte, di Lazio Ambiente Spa, società regionale subentrante alla fallimentare Gaia SpA, con l’azzeramento di tutti i vertici aziendali delle bad company che in questi anni hanno gestito gli impianti di incenerimento, discarica e raccolta rifiuti, autori solo di vessazioni,
speculazioni, danni erariali e buchi di bilancio. Come ci si può fidare di personaggi rinviati a giudizio in un processo ai cui atti sono allegate intercettazioni la cui lettura fa rabbrividire?

Non siamo per nulla rassicurati dalle esternazioni del Sindaco di Colleferro Mario Cacciotti, onnipresente ove ci sono disastri, che, in un comunicato stampa dal titolo fiabesco “Piccolo incidente a Colle Sughero”, dichiara l’assenza di rifiuti durante l’incendio. La tesi suffragata anche dall’Avv. Carruba di Arpa Lazio non spiega però cosa sia realmente andato in fumo, infatti alcune testate giornalistiche riportano la seguente tesi: “Tra le cause del rogo, l’ipotesi che alcuni rifiuti possano essere caduti dal nastro inceppando il meccanismo e provocando le fiamme”.

Super Mario dovrebbe imparare a ponderare quanto afferma perché ci risulta che c’erano rifiuti sul nastro, anche se in minima parte per la dinamica dell’incidente; che l’incendio sembra essersi avviato almeno un’ora prima di quando affermato dal comunicato stampa istituzionale; che i 15 minuti di durata sono da ricondurre all’intervento dei Vigili del Fuoco, chiamati ad intervenire dalle numerose telefonate dei cittadini allarmati.

Ci dovrebbe inoltre spiegare perché si affanna tanto a giustificare l’operato delle nefandezze ambientali del territorio con caparbia e ingiustificata costanza, visto che i cittadini del comprensorio si destano quotidianamente alzando gli occhi al cielo sperando che il sole non sia oscurato da minacciose nubi nere. Parla solo Super Mario e il resto dell’amministrazione cosa fa se non deridere la cittadinanza occupando un posto che non gli compete per negligenza conclamata.

Dal Sindaco di Colleferro, a cui ricordiamo di essere massima autorità sanitaria cittadina, esigiamo la fissazione di un’assemblea pubblica, e non come annunciato di riunioni private, in cui si faccia luce sugli innumerevoli incidenti accaduti ai vari impianti, chiamando a relazionare i dirigenti, purtroppo ancora al loro posto, delle partecipate e delle società, quali Mobilservice Srl, E.P. Sistemi Spa e Gaiagest Srl, responsabili di aver sempre taciuto e di non aver mai attivato una comunicazione trasparente nei confronti della cittadinanza.

Non manchiamo di inviare richieste anche agli altri Sindaci che usufruiscono dei servizi della ex- Gaia SpA ai quali chiediamo che si facciano carico di far allontanare il ceppo marcio minacciando la rescissione dei contratti. Solo per nota la nube nera questa volta ha preso la strada verso Ovest in direzione di una delle attrattive economiche dell’area come il Rainbow Magic Land. Non vogliamo minimamente immaginare cosa sarebbe successo se l’incendio avesse avuto proporzioni differenti con un Parco Giochi affollato.

In ogni caso non aspetteremo risposte alle nostre richieste.
Questa mancanza di dialogo che si è volutamente instaurata a vari livelli istituzionali ci costringe come CVS ad attivare nuove Mobilitazioni Ambientali di Base.
I MAB che organizzeremo, oltre alla continua denuncia, non escluderanno anche azioni di ostruzionismo al normale funzionamento degli impianti di trattamento e raccolta rifiuti.

Il Diavolo esiste ed è incarnato nell’incapacità dei vertici politici ed aziendali, regionali e locali.

Il Diavolo brucia, costruisce le pentole, ma spesso si dimentica di fare i conti con i coperchi!

Valle del Sacco, 24 luglio 2013

Studio ERAS, inceneritori e discariche compromettono la salute e l’amministrazione di Colleferro sminuisce.

10 lunedì Giu 2013

Posted by seiunozerovalledelsacco in Comunicati Stampa

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ambiente, AMMINISTRAZIONE COLLEFERRO, Arpa Lazio, Autostrada, avv. Carruba di Arpa Lazio, Beta-HCH, Cacciotti, CDR, Colle Fagiolara, colleferro, Combustibile Derivato da Rifiuti, Consiglio Comunale, convocazione, Coordinamento Valle del Sacco, CVS, diossine, Dipartimento di Epidemiologia, Dipartimento Epidemiologico, Discarica, Dott. Blasetti, Dott. Forastiere, Emergenza, Enti Locali, epidemiologia, ERAS, Fiume Sacco, incenerimento rifiuti, Inceneritori, indagine, Inquinamento, paliano, PCB, PM10, polveri, Prevenzione Regione Lazio, Regione Lazio, rmg, Sacco, salute, Sindaco Cacciotti, STUDIO ERAS, termovalorizzatori, Trani, Trattamento Meccanico Biologico, Usl RmG, valle del sacco, Veleno

 Studio ERAS, inceneritori e discariche compromettono la salute e l’amministrazione di Colleferro sminuisce.

Consiglio Comunale ERAS - 6giu2013Un’ulteriore conferma pubblica arriva sullo stato della qualità dell’aria e soprattutto sulle condizioni di salute dei cittadini che risiedono in prossimità di siti di smaltimento ed incenerimento rifiuti. Le conclusioni sono, come prevedibile, sempre meno confortanti. Che non si dica più che non si sapesse.

Durante la seduta del Consiglio Comunale di Colleferro del 6 giugno è stato presentato, su richiesta delle opposizioni e con un ritardo ingiustificato da parte dell’Amministrazione rispetto alla pubblicazione, il Rapporto ERAS. Lo studio di epidemiologia su rifiuti, ambiente e salute, redatto dal Dipartimento Epidemiologico della Regione Lazio, in collaborazione con Arpa Lazio e Usl RmG, ha evidenziato, in sintesi,  anche per il territorio e la popolazione di Colleferro  una stretta correlazione tra esposizione agli inquinanti prodotti da discarica ed inceneritori e l’aumento di ospedalizzazioni e ricoveri per patologie respiratorie.

C’è da sottolineare che l’orario della convocazione della seduta non ha favorito la partecipazione dei cittadini che avrebbero meritato più rispetto su un tema di delicata importanza come lo stato di salute territoriale e la compromissione dovuta alla presenza di impianti inquinanti.

Lo studio unico nel suo genere in Italia per metodo, coorte di popolazione e dati informativi utilizzati, assumendo come arco temporale di indagine sia il periodo pre che post entrata in funzione dei termovalorizzatori, sancisce definitivamente l’aggravio delle emissioni da incenerimento, prendendo come tracciante ufficialmente riconosciuto le polveri PM10, sulla salute dei residenti, monitorati per localizzazione e status sociale.

L’avv. Carruba di Arpa Lazio ha sottolineato durante la seduta la necessità di procedere con ulteriore indagine, utilizzando le matrici metodologiche di Eras, anche sul suolo e sulle acque, vista la peculiare sensibilità orografica del territorio.

Il richiamo ad allungare il periodo di osservazione, anche con nuove indagini relative alla presenza nel sangue di esaminati a Colleferro di sostanze come i PCB e le diossine, ripartendo dai dati cristallizzatisi al 2008 in cui se ne evidenziava la presenza di percentuali significative, è stato sostenuto con forza nei confronti delle Istituzioni locali e regionali da parte del Dott. Blasetti, dirigente della USL RMG.

Paradossalmente, il Sindaco Cacciotti, massima autorità sanitaria cittadina e la sua Giunta, nella persona dell’Assessore all’Ambiente Trani, hanno tentato ripetutamente durante il dibattito di sminuire la valenza epidemiologica e l’innovazione di metodo che i relatori scientifici evidenziavano. Un atteggiamento, volto anche allo scontro istituzionale, censurato dai cittadini, dalle opposizioni e dal Coordinamento Valle del Sacco. Un dato di rilievo è arrivato dalle dichiarazioni del Dott. Forastiere del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione Regione Lazio, che non ha omesso come il Rapporto evidenzi l’incidenza e la ricaduta sulla salute dei cittadini sia frutto anche del mal funzionamento, mala gestione e mancati controlli sugli impianti di incenerimento, auspicando di rivedere tutta la politica regionale dello smaltimento rifiuti adottata sino ad oggi.

Il Coordinamento Valle del Sacco, con le sue componenti ed i suoi contatti sul territorio, si farà garante e promotore della massima divulgazione del Rapporto Eras anche in altri comuni della valle, sia nelle sedi istituzionali che tra le associazioni dei cittadini, per divulgare il grande valore tecnico-scientifico di questo studio.

Tutti da sempre sapevano, ma in molti ancora negano l’evidenza.

Valle del Sacco, 09 giugno 2013

 

Per aggiungere conoscenza storica Vi consigliamo di visionare il filmato al link http://www.youtube.com/watch?v=rdwRDybD1K0&noredirect=1 , dove in alcuni passaggi si evince chi ha voluto fortemente inceneritori e discarica a Colleferro, l’allora sindaco e Presidente della Provincia di Roma Silvano Moffa, e chi allora sedeva tra i banchi del Consiglio Comunale, Mario Cacciotti, attuale Sindaco. 

 

13 aprile a Ferentino, il CVS chiama a raccolta tutte le realtà associative e cittadini.

10 mercoledì Apr 2013

Posted by seiunozerovalledelsacco in Comunicati Stampa

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agro-alimentare, ambiente, biogas, Bonifica, c, cementifici, ciclo dei rifiuti, ciociaria, Clini, Colfelice, colleferro, commissariamento, Coordinamento Valle del Sacco, CVS, emissioni, Ferentino, Fiume Sacco, fotovoltaico, Frosinone, gestione, governance ambientale, green-economy, incenerimento, Inquinamento, inquinate, Legge rifiuti zero, LIP, lobby, Piano regionale, Piano Rifiuti, protesta, pugno di ferro, Regione Lazio, rifiuti, Roma, Roma Capitale, Sacco, speculazione, speculazione edilizia, Territorio, valle del sacco

Continua il lavoro di moniLocandina CVS Ferentino 13 aprile 2013toraggio, divulgazione e proposta del CVS che da due anni cerca di porre un freno alle politiche speculative e di mala gestione del ciclo dei rifiuti.

La decennale crisi ambientale e sanitaria della Valle del Sacco si aggrava giorno dopo giorno, non facendo intravedere spiragli di risanamento e bonifica.

Le Province di Roma e Frosinone continuano ad essere sotto assedio dai rifiuti di Roma Capitale che ormai spingono alle porte  dei nostri territori.

La vacatio di un Piano Rifiuti Regionale ed il Commissariamento delle Province rende le Amministrazioni locali prive di qualsivoglia linea di indirizzo programmatica. Sempre più la pianificazione territoriale, comunale ed inter-provinciale, si allontana da una sana progettazione di riconversione e risanamento delle aree inquinate e dal mettere uno stop alle emissioni nocive, alla speculazione edilizia ed al consumo del territorio.

La mancata intraprendenza delle Istituzioni locali ha aperto la strada a nuove speculazioni dell’iniziativa privata. Le lobby dell’incenerimento e dell’energia stanno invadendo ormai anche le campagne e i borghi storici che erano riusciti a resistere, con una propria vocazione agro-alimentare, turistica e culturale, all’ urbanizzazione industriale. Sotto la pseudo-ideologia di una falsa e fallace green-economy, sono in fase di autorizzazione impianti a biogas e  parchi fotovoltaici che rispondono solo alle logiche del profitto. Così come i rifiuti solidi secondari che bruceranno nei nostri cementifici.

Dopo anni di commissariamenti vari, che non hanno prodotto nessuna soluzione, l’unica risposta che viene data alle istanze di questo territorio è il pugno di ferro del Ministro e super-commissario Clini, che chiede ulteriori sacrifici ai cittadini ciociari e della nostra valle, in barba ai diritti costituzionali di tutela dell’ambiente e della salute.

Per Colfelice e Colleferro si prospetta lo stesso infausto destino: diventare le pattumiere di Roma.

Ancora una volta le associazioni, lasciate sole, dovranno farsi carico della difesa del territorio. Non mancheranno azioni di protesta.

Ancora una volta, per sopperire allo stallo istituzionale creatosi ed all’inefficacia delle soluzioni intraprese, il CVS non farà mancare la propria proposta.

Sabato 13 aprile, il Coordinamento Valle del Sacco chiama all’ appello tutte le realtà associative, di cittadinanza attiva e i comitati in lotta, delle Province di Roma e Frosinone, per organizzare un ampio tavolo permanente che discuta e metta in cantiere una nuova governance ambientale, non più rinviabile.

L’incontro pubblico si terrà a Ferentino, presso il Palazzetto dello Sport, Via Aldo Moro, sala del Comitato Ponte Grande, a partire dalle 16:00.

Valle del Sacco, 10 aprile 2013

Mappa per raggiungerci al link

9 Aprile 2013 SIT in a Montecitorio e Corte Costituzionale per i diritti negati

04 giovedì Apr 2013

Posted by seiunozerovalledelsacco in Comunicati Stampa

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ambiente, Clini, colleferro, Commissario, Comunità Europea, Coordinamento Valle del Sacco, Corrado Clini, Costituzione, CSS, CVS, decreto ILVA, diritto alla salute, Emergenza, Enti Locali, Fiume Sacco, fumi, GIUSTIZIA, Governo Monti, Ilva, Inceneritori, Inquinamento, interesse nazionale, Lotta, Ministro, Montecitorio, NOWAR, Peacelink, Regione Lazio, Sacco, Salento, salute, SIN, SIR, Taranto, Territorio, valle del sacco, Veleno

volantino 9 aprile fotoIl 9 Aprile 2013 il Coordinamento Valle del Sacco parteciperà con una sua delegazione al sit-in indetto da NOWAR e Peacelink dinanzi al palazzo di Montecitorio, a partire dalle ore 9.00 del mattino.
Dato che in quella data ci sarà il pronunciamento sull’incostituzionalità del cosiddetto “decreto ILVA”, avverso il quale è doveroso precisare che “la Costituzione sancisce e garantisce il diritto alla salute dei cittadini”, così come il lavoro, che ora si trovano paradossalmente sui due piatti della bilancia giudiziaria. Questo è il prezzo che ha pagato negli anni anche la Valle del Sacco…così come Taranto e numerose altre situazioni territoriale nel nostro paese.
Il decreto inoltre mette in luce un inedito “scontro istituzionale” sulle tematiche ambientali. A Taranto un Ministro che esautora d’imperio le decisioni di un magistrato, nella Valle del Sacco un continuo di veti e scontri incrociati, in particolar modo sul tema rifiuti, tra Commissari, Ministro e rappresentanza elettiva.
L’adesione a tale iniziativa nasce da un ben più profondo legame che unisce i cittadini del Salento, avvelenati dai fumi dell’Ilva e degli altri impianti ivi presenti, a quelli della Valle del Sacco, anch’essa storico sito industriale, ora chiamati a confrontarsi con le scomode eredità ambientale lasciata dagli impianti che hanno, negli anni, abusato e stuprato questi territori.
Una connessione che questa partecipazione intende ribadire, rafforzando ancor più il fronte di coloro che chiedono giustizia ambientale, dopo anni di barbari sversamenti, pratiche illecite e pericolose, tanto per l’ecosistema che per i cittadini residenti.
Un messaggio ancor più importante da rilanciare oggi, a seguito dei nuovi e recenti attacchi che il dimissionario Governo Monti, nella triste figura del suo Ministro per l’Ambiente Corrado Clini, continua a perpetrare ai danni dei territori, a partire del declassamento di molte località, tra cui la Valle del Sacco, da Sito di Interesse Nazionale (SIN) a Sito di Interesse Regionale (SIR), per giungere alla parossistica gestione dell’emergenza rifiuti romana, senza dimenticare l’infame tentativo di autorizzare i cementifici all’incenerimento di rifiuti, classificati quali Combustibili Solidi Secondari (CSS).
Nonostante le motivazioni siano diverse e molteplici, la lotta che unisce Taranto e la Valle del Sacco è la stessa: la difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini, prima di ogni profitto, prima di ogni sfruttamento economico.
Il 9 Aprile, a Montecitorio, invocheremo a gran voce: GIUSTIZIA!

Taranto-Valle del Sacco, 5 aprile 2013

Clini firma il Decreto sul declassamento dei Siti di Interesse Nazionale

30 mercoledì Gen 2013

Posted by seiunozerovalledelsacco in Comunicati Stampa

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ambiente, Bacino del fiume Sacco, Bonifica, Clini, colleferro, Comunità Europea, Coordinamento Valle del Sacco, Corrado Clini, declassamento, decreto, Emergenza, Enti Locali, Fiume Sacco, Frosinone, Giunta Polverini, Ministrao Ambiente, Polverini, Regione Lazio, Sacco, SIN, SIN della Valle del Sacco, Siti di Bonifica, Siti di Interesse Nazionale, Territorio, valle del sacco

COMUNICATO STAMPACOORDINAMENTO VALLE DEL SACCO

Clini firma il Decreto sul declassamento dei Siti di Interesse Nazionale

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Il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha firmato in data 11 gennaio 2013 con protocollo n. 7 il decreto prescrivente il declassamento di ben 18 Siti di Bonifica di Interesse Nazionale a Siti di Interesse Regionale. Tra questi, i due SIN della Valle del Sacco, “Bacino del fiume Sacco” e “Frosinone”, la cui bonifica non si è conclusa, e i cui confini non si sono mai saldati, ponendo le premesse per affrontare strutturalmente l’inquinamento della Valle.

Tale decreto sta diventando legge dello Stato, il passaggio sulla Gazzetta Ufficiale è un semplice pro forma.

Nel frattempo, le dichiarazioni trasversali della politica territoriale contro il declassamento dei SIN “Bacino del fiume Sacco” e “Frosinone” non ci hanno pienamente convinto. Eccetto rari casi più credibili alla luce di un impegno continuativo, per lo più ci sembra si tratti di frasi di circostanza o di propaganda elettorale.

Va sottolineato il fatto che la notizia non sia arrivata dalle assise politiche, ma dal volontariato e dall’associazionismo, attraverso i contatti stabiliti in una Rete sempre più partecipata. Non le istituzioni hanno informato i cittadini della Valle del Sacco di cosa stesse succedendo sulle loro teste, ma ha divulgato la notizia chi si impegna per l’ambiente sottraendo tempo alla propria attività lavorativa e alla propria famiglia, reperendo un decreto di cui nessuno aveva il dettaglio fino a poco prima della nostra comunicazione. E soprattutto, la Giunta Polverini si è ben guardata dall’opporsi al declassamento dei SIN – benché la relativa comunicazione ministeriale le fosse pervenuta il 14 novembre scorso – entro i 15 giorni previsti dalla normativa.

È interessante notare come l’alacre Ministero in questione sia riuscito, nel breve arco temporale intercorso tra il 7 agosto 2012 (Legge n. 134), al 14 novembre 2012, data di invio dell’informativa alle Regioni, a maturare tutti gli elementi necessari per ritenere che questi territori, con bonifiche in itinere, non possedessero i requisiti previsti dalla normativa. In soli tre mesi si è gettata alle ortiche la speranza di una parte d’Italia di rivedere i luoghi di appartenenza riportati a condizioni accettabili di vita.

Per quanto riguarda in particolare i nostri SIN, ci auguriamo che le motivazioni tecniche circa l’illegittimità e l’insensatezza del declassamento, alla luce della stessa normativa e della situazione reale della Valle del Sacco, comincino ad essere valutate da chi ha il compito di farlo, con la massima accuratezza, per responsabilità governativa.

E ribadiamo di essere pronti a ricorrere contro l’illegittimità dell’atto.

Valle del Sacco, 30 gennaio 2013

Maggiori info a riguardo:

http://www.retuvasa.org/acqua/il-ministero-dellambiente-riscrive-la-storia-della-bonifica-della-valle-del-sacco

Roma, Sottile Sceglie I Quattro Siti Per I TMB Nella Provincia

16 mercoledì Gen 2013

Posted by seiunozerovalledelsacco in Articoli

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AMA, ambiente, Autostrada, Clini, Colari, Combustibile Derivato da Rifiuti, Comunità Europea, Coordinamento Valle del Sacco, CVS, decreto, immondizia, Inceneritori, Inquinamento, Latina, Malagrotta, Piano dei Rifiuti, Regione Lazio, Roma, Siti, Sottile, TMB, Tonnellate, Trattamento Meccanico Biologico, valle del sacco

ROMA – I siti per l’immondizia di Roma ci sono, il prefetto Sottile li ha individuati. Tutto bene quindi. Ma qualcosa non torna. Nella ricognizione fatta dal supercommissario emergono forti discrepanze con i dati su cui si era basato il decreto di Clini, licenziato appena una settimana fa. Un numero salta agli occhi da subito: la «capacità residua» a disposizione per i rifiuti di Roma è di 230.747 tonnellate l’anno, ma quella indicata nel decreto è di 930.207.

Una differenza enorme che ha fatto pensare al fallimento del provvedimento, o, peggio al temuto boicottaggio degli enti locali del Lazio. In realtà dal ministero spiegano che la capacità residua è diminuita soprattutto perché è molto maggiore il totale dei rifiuti già trattati (non 1.064.666 come indicato dalla tabella del decreto, ma circa 1.600.000).

Questa cifra, tuttavia non ufficiale, andrebbe a colmare quasi completamente le discrepanze. Il commissario spiega nel documento che «i dati forniti dalla Regione Lazio» del decreto Clini «riguardano le quantità consolidata del 2010». Per proseguire il suo percorso il decreto avrà bisogno di dati più chiari. Durante l’ultimo tumultuoso incontro con Clini i presidenti delle province coinvolte avevano adombrato il sospetto che i numeri su cui si basava il decreto non fossero corretti. «Se così fosse denuncerei chi me li ha forniti», ovvero i gestori degli impianti e, indirettamente, gli enti locali. Forse è la prossima tappa.

LE DISCREPANZE E IL CASO LATINA

La diffida di Sottile a mettere a disposizione spazio per i rifiuti di Roma riguarda 4 impianti (Albano, Viterbo, Colfelice e Castelforte), mentre la tabella utilizzata da Clini per il decreto ne prevedeva 10. La discrepanza viene spiegata dal prefetto: i quattro siti di Trattamento meccanico biologico di Roma (due di Ama e due di Colari) che erano indicati nel provvedimento del ministro operano già alla massima capacità (498.058 tonnellate) e non al 40 per cento come stimato in precedenza, «è il segno che è in città partita davvero la differenziata», spiegano dal ministero.

Discorso simile per Aprilia «che risulta operare alla massima capacità autorizzata», cosa che non si evinceva dal decreto nel quale si parlava di 73.818 tonnellate. Altra indicazione che viene corretta è quella di Albano Laziale, dove la potenzialità è di 50 mila tonnellate e non 73.818. Un buco lo lascia anche l’impianto di Paliano (Frosinone), che «non può trattare rifiuto indifferenziato», producendo soltanto quello semilavorato (il cosiddetto cdr). In controtendenza la società Ecologica Viterbo che ha messo a disposizione uno spazio maggiore rispetto a quello previsto (30.000 tonnellate, contro 23). A Latina, invece, c’è un vero caso: la provincia dice che l’impianto di Castelforte non è in funzione, ma a Sottile la società che lo gestisce ha assicurato che lavora regolarmente e ha lo spazio per ricevere altre 11 mila tonnellate l’anno.

L’obiettivo è mandare a Malagrotta sempre meno immondizia non trattata, come imposto dall’Ue. Scrive Sottile «considerato che a Roma si riducono un’eccedenza di circa 1.500 tonnellate di rifiuto indifferenziato rispetto all’attuale capacità di trattamento, ne consegue che con il coinvolgimento degli impianti Tmb della Regione Lazio, quasi la metà di detto rifiuto può essere sottoposto a trattamento, con beneficio finale» per la discarica di Malagrotta». Un beneficio arriverebbe anche da un po’ di chiarezza in più.

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Non Passate per il Camino le Faggete dei Simbruini

21 venerdì Dic 2012

Posted by seiunozerovalledelsacco in Comunicati Stampa

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ACEA, ambiente, Aniene, Aniene Green Net, arcinazzo romano, Coordinamento Valle del Sacco, delibera, esbosco, foreste, Jenne, Monti Simbruini, Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini, Piglio, sorgenti del Pertuso, Subiaco, Trevi nel Lazio, turismo sostenibile, valle del sacco, Vallepietra, VAS

La Giunta Comunale di Trevi nel Lazio, con delibera n. 139 del 05/11/2012, ha approvato lo studio di prefattibilità del progetto “Aniene Green Net” tra i Comuni di Trevi nel Lazio, Jenne, Subiaco, Vallepietra, Arcinazzo Romano e  Piglio. La delibera, approvata da unʼesigua maggioranza, è preliminare a una serie di misure, alcune  condivisibili per la parte riguardante il risparmio energetico, che se messe in campo sino alla fine, porterebbero allʼutilizzo forestale intensivo di buona parte delle risorse dei boschi e demani civici dei comuni sottoscrittori.

Il Parco Naturale Regionale dei Monti Simbruini, nel quale ricadono quasi tutti i comuni interessati al progetto, sta già subendo, da parte di ACEA, pesanti attacchi alla risorsa idrica delle sorgenti del Pertuso, inoltre si registra la presenza di insediamenti turistici in quota che rilasciano liquami nel sistema  acquifero e si pensa addirittura di costruirne altri,  come  se non  bastasse,  ora  si  vuole  mettere  in  discussione  anche  la  capacità depurativa e di raccolta delle acque piovane delle foreste,  fondamentali sia nel ciclo dellʼacqua per mantenere la risorsa rinnovabile sia per gli habitat naturali, a garanzia della biodiversità del Parco e delle aree contigue.


In unʼarea di pregio ambientale come i Monti Simbruini, l’unico utilizzo economico possibile è il turismo sostenibile, un utilizzo che porta una ricchezza diffusa ai diversi Comuni. Ma come si potrà mettere in pratica un turismo virtuoso e di qualità se si darà il via a questo progetto? Come si potrà convincere a soggiornare  nella nostra valle persone che si aspettano un ambiente pulito e di grande bellezza, e si troverebbero  invece nel traffico di centinaia di camion, con cantieri forestali utilizzati per alimentare le centrali previste?

Tutto questo è predisposto dalle Autorità comunali senza la minima partecipazione pubblica. Infatti, nell’accordo di programma si cedono i diritti di esbosco al Consorzio che dovrà gestire questa filiera; ma la  sostenibilità dell’iniziativa non è stata sottoposta a verifica da parte dei cittadini, dellʼEnte Parco e delle Associazioni. Né, tantomeno, si è sottoposta a VAS (Valutazione Ambientale Strategica) lʼintera operazione, con la conseguenza che le Amministrazioni comunali si troveranno a cedere titolarità senza  sapere se gli obiettivi proposti saranno raggiunti e a quale prezzo per l’intera comunità.

Per questo chiediamo allʼAmministrazione di Trevi nel Lazio e alle altre Amministrazioni interessate, di  bloccare tutto in attesa di una puntuale azione di verifica di quanto si vorrebbe sottoscrivere e dellʼimpatto che il territorio dovrà subire, sottoponendo lʼintera iniziativa a VIA/VAS.

La valutazione preventiva è indispensabile anche nella logica di evitare lo spreco di denaro pubblico alla ricerca dʼimprobabili mirabolanti risparmi energetici, che saranno pagati a caro prezzo dai cittadini con le  elevatissime sovvenzioni previste per questo genere di impianti. Sovvenzioni che potrebbero risultare, alla fine, gli unici veri motivi che sostengono un progetto avventuroso e dʼincerta attuazione.

COMITATO ACQUA BENE COMUNE VALLE DELLʼANIENE E

SALVIAMO IL PAESAGGIO COORDINAMENTO DI ROMA E PROVINCIA


Aderiscono: Legambiente Circolo di Tivoli, Legambiente Simbruini, Nuovi Orizzonti Valle dellʼAniene, Rete per la Tutela della Valle del Sacco

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“Occhi aperti sul Territorio”

03 lunedì Dic 2012

Posted by seiunozerovalledelsacco in Comunicati Stampa, Eventi

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Alessandro Coltré, ambiente, Ambientiamoci, Anastasia Centofanti, Andrea Palladino, “Porto Franco”, Beta-HCH, Colle Fagiolara, colleferro, Coordinamento Valle del Sacco, Discarica, Ecomafie, Fabrizio Marras, Fiume Sacco, francesco forgione, Inceneritori, Informazione, Legalità, Libera, Mino Massimei, Territorio, Trafficanti, UGI, valle del sacco, videoinchieste

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“Occhi aperti sul Territorio”
4-5-6-7 dicembre ex Granaio Borghese – Artena
Quattro giornate per AMBIENTE, INFORMAZIONE, LEGALITA’
 Il Circolo Arci Montefortino 93, L’Associazione Ambientalista Unione Giovani Indipendenti e il Presidio di Libera Colleferro vi invitano a partecipare ad una serie d’incontri dedicati alla lettura di alcuni fenomeni che caratterizzano il nostro territorio.
Ambiente, Legalità, Informazione, saranno i denominatori comuni che legheranno queste quattro giornate con lo scopo di fotografare la zona in cui viviamo per capire quanto siamo a conoscenza di ciò…
che ci circonda.

> 4 DICEMBRE, dalle ore 18:00 

-Inaugurazione e presentazione della mostra “Ambientiamoci”, curata dall’Unione Giovani Indipendenti di Colleferro.
Un’opera di divulgazione ambientale che analizza dettagliatamente le cause dell’inquinamento della Valle del
Sacco e mette in evidenza gli effetti sulla salute delle fonti inquinanti. Offre inoltre la possibilità di conoscere i danni al territorio e alla popolazione, provocati dall’attuale ciclo dei rifiuti e suggerisce le possibili soluzioni per migliorare la zona in cui viviamo.
La mostra rimarrà esposta durante le quattro giornate.

-Proiezione di estratti di documentari sul fenomeno delle Ecomafie e videoinchieste sulla Valle del Sacco.

> 5 DICEMBRE, dalle ore 18:00

Francesco Forgione (ex presidente della Commissione Parlamentare Antimafia) presenterà il suo nuovo libro “Porto Franco. Politici, manager e spioni nella Repubblica della ‘ndrangheta”.

Interverranno:
Francesco Forgione (autore)

Fabrizio Marras (Libera regionale)

Sinossi:
“Porto Franco” di Forgione è un saggio-inchiesta in cui l’autore ricostruisce con ironia spietata oltre quarant’anni di storia calabra e italiana, descrivendo l’evoluzione della ‘ndrangheta da mafia locale a potenza globale.
Le storie, i personaggi del libro sono autentici: dai moti di Reggio del ’70, al centro siderurgico inaugurato da Andreotti e mai costruito, fino ad oggi, dove sono numerosi gli episodi e i dettagli tratti dalle recenti indagini giudiziarie.
Forgione evidenzia una particolarità della mafia calabrese: quella di essere un’organizzazione globale e invincibile, esportata in tutta Italia e nel mondo, ma che mantiene salde le proprie radici in Calabria, porto franco della democrazia italiana e della legalità da quasi cinquant’anni e nel silenzio più assoluto.
“In Calabria tutto è palude ed è quasi impossibile distinguere la storia criminale da quella delle classi dirigenti e della politica”, dice l’autore in un’intervista rilasciata a Repubblica, ma dà al tempo stesso una speranza per il futuro, sottolineando che, proprio adesso che tutti parlano della ‘ndrangheta come potenza criminale globale e proprio ora che è protagonista dei recenti scandali politici nel nord Italia, è necessario ritornare in Calabria, sconfiggere il fenomeno da lì, perché “anche se non è detto che ci si riesca, neanche è scritto che siamo destinati a perdere”.

> 6 DICEMBRE, dalle ore 18:00

Andrea Palladino (giornalista e scrittore che ha realizzato numerose inchieste sulle ecomafie per il“Manifesto” e “Il Fatto Quotidiano”) presenterà il suo libro inchiesta “Trafficanti”.

Introduce:
Mino Massimei (Presidente Circolo Arci Montefortino 93)

Interverranno:
Andrea Palladino (autore)

Anastasia Centofanti (Presidente Unione Giovani Indipendenti Colleferro)

Alessandro Coltré (Segretario Unione Giovani Indipendenti Colleferro)

Sinossi
“Trafficanti sulle piste di veleni, armi e rifiuti”
La notte del 10 settembre 1983, sul confine di Ventimiglia, un carico mortale di 41 bidoni di diossina -arrivati da Seveso – passa da un senatore italiano a un trafficante marsigliese, ex paracadutista. Pochi mesi dopo inizia una frenetica caccia in tutta Europa: dove erano finite le scorie dell’Icmesa?
Quel giallo internazionale segna l’inizio della storia – che dura da trent’anni – dei traffici europei dei rifiuti.
Il mondo dei trafficanti è fatto di insospettabili uomini di affari. Come Giorgio Comerio, un esperto di mine marine che voleva affondare nei fondali le scorie radioattive. O come i manager di una società finanziaria svizzera che mandavano in giro vere e proprie circolari riservate alle aziende chimiche europee, annunciando la possibilità di far sparire i rifiuti tossici nei paesi africani.
Tutti loro s’incontrano, si scambiano favori, stringono accordi, si dividono i mercati.
Andrea Palladino racconta come funziona questo sistema dove contano le agende piene di nomi e le contabilità in nero delle tangenti; ci racconta anche diverse vicende passate sotto silenzio, di crimini rimasti senza un colpevole, di chi ha individuato il gioco delle parti tra politica e malavita, di chi è stato ucciso per essersi occupato di vicende come quella dell’ Icmesa, di vicende occultate come ad esempio l’uccisione di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin a Mogadiscio.

Grazie alla presenza di Andrea Palladino sarà possibile analizzare l’emergenza rifiuti romana, la gestione dei rifiuti nel Lazio e gli scandali ambientali della Valle del Sacco, temi trattati sempre in modo dettagliato nei suoi articoli.

I rappresentanti dell’UGI illustreranno l’ultimo rapporto epidemiologico regionale E.R.A.S che ha esaminato lo stato di salute della popolazione che vive vicino a discariche ed inceneritori, con risultati allarmanti per i cittadini di Colleferro e dintorni.

> 7 DICEMBRE,dalle ore 18:00
Chiusura dell’evento.

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