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—————————————————RIPRENDIAMOCI LA NOSTRA VALLE!!!

~ 06 Ottobre 2012

—————————————————RIPRENDIAMOCI LA NOSTRA VALLE!!!

Archivi tag: Beta-HCH

BIOCIDIO TOUR Dal Lazio alla Campania

04 lunedì Nov 2013

Posted by seiunozerovalledelsacco in Comunicati Stampa, Eventi

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A SUD, ambientale, ambiente, Beta-HCH, biocidio, Biocidio Tour, Campania, CDR, Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali, coalizione popolare, Colle Fagiolara, colleferro, conflitti ambientali, Coordinamento Valle del Sacco, CVS, diritto alla salute, Discarica, drammatiche, EJOLT, Emergenza, Environmental Justice Organisations, Europa, Fiume Sacco, Inceneritori, Inquinamento, Lazio, Malagrotta, paliano, Piano dei Rifiuti, Regione Lazio, rifiuti tossici, Sacco, sacrificabili, salute, stoccaggio, stopbiocidio, sversamenti illegali, terra dei fuochi, Territorio, TMB, valle del sacco, VALLE GALERIA, Veleno

Il 9 Novembre una delegazione internazionale composta da accademici, giornalisti, attivisti e ricercatori sarà a Colleferro per conoscere la storia del nostro territorio, un esempio di ingiustizia ambientale, un Biocidio nel Lazio.

stop biocidio - asud.aiL’Associazione A Sud e il Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali organizza il Biocidio Tour, nell’ambito della settimana di attività del progetto europeo EJOLT (Environmental Justice Organisations, Lialibities and Trade) che coinvolgerà attivisti ed esperti di conflitti ambientali provenienti dall’America Latina, dall’Africa, dall’India e da vari paesi europei per visitare i territori emblema di ingiustizia ambientale in Lazio e in Campania.
La delegazione composta da giuristi, accademici, epidemiologici, economisti e attivisti di tutto il mondo sarà in Italia dal 9 al 15 novembre per conoscere ed entrare in contatto con le organizzazioni sociali che lavorano sui conflitti ambientali dando visibilità alle lotte locali e mirando alla costruzione di strumenti utili alle comunità impegnate a salvaguardare l’ambiente e il diritto alla salute.

Perché un Biocido Tour:
Scegliere di installare impianti produttivi, estrattivi o di smaltimento contaminanti su un determinato territorio senza preventivamente valutarne le conseguenze su ambiente e cittadini significa decidere scientemente che quelle comunità sono “sacrificabili” a una malintesa idea di sviluppo.
In Campania è nata un’ampia coalizione popolare per fermare la sistematica violazione del diritto alla salute attraverso l’avvelenamento del territorio e della popolazione, un vero Biocidio che ha trasformato la Campania felix nella Terra dei Fuochi, un immenso territorio tra Napoli e Caserta devastato da un modello di smaltimento dei rifiuti tra discariche, inceneritori, sversamenti illegali di rifiuti tossici e industriali.
Situazione analoga anche nel Lazio dove si contano numerosi siti contaminati per la presenza di stabilimenti industriali o impianti per lo smaltimento dei rifiuti.

LA VALLE GALERIA E LA VALLE DEL SACCO, BIOCIDIO NEL LAZIO

Il 9 novembre la carovana partirà da Roma e visiterà la Valle Galeria, zona a nord di Roma dove si trova la discarica di Malagrotta, sito di stoccaggio dei rifiuti più grande d’Europa, chiusa alla fine del settembre scorso dopo 17 anni di proroghe.Il sito ha un’estensione superiore ai 240 ettari e riceveva ogni giorno tra le 4500 e le 5000 tonnellate di rifiuti, producendo circa 330 tonnellate di scarti e fanghi all’anno. La zona di Malagrotta, che è soltanto una parte della Valle Galeria, comprende i quartieri di Massimina, Santa Cecilia, Spallette e San Cosimato, e rappresenta probabilmente l’area di Roma in cui si concentra il maggior numero di impianti industriali ad alto impatto ambientale.
La delegazione si sposterà a Colleferro dove le associazioni e i cittadini riuniti nel Coordinamento Valle del Sacco illustreranno la storia e le criticità della zona, spiegando l’ origine dell’inquinamento e i danni ambientali provocati dalla gestione scellerata e irresponsabile del territorio.
Dall’avvelenamento del fiume sacco fino all’installazione degli impianti di smaltimento rifiuti, la delegazione visiterà i luoghi simbolo presenti a Colleferro per conoscere dettagliatamente la situazione in cui è costretta a vivere la popolazione.

10 NOVEMBRE NAPOLI E LA TERRA DEI FUOCHI

La carovana conoscerà la drammatica situazione della terra dei fuochi tra la provincia di Napoli e Caserta, una delle zone in Italia in cui le conseguenze dell’esposizione di territori e comunità a agenti inquinanti dovuti prevalentemente alla gestione dei rifiuti sono maggiormente drammatiche.
La delegazione visiterà alcune delle zone caratterizzate dalla presenza di inceneritori, discariche, siti di stoccaggio di ecoballe, sversamenti e smaltimento illegale di rifiuti e incontrerà i comitati locali della zona.
In queste due giornate le personalità internazionali e la stampa avranno l’opportunità di conoscere le conseguenze ambientali, sociali, sanitarie ed economiche della mala gestione del territorio, creando così un momento di divulgazione tra esperti e attivisti locali per trovare soluzioni e percorsi efficaci da intraprendere per non violare il diritto alla salute.

Per maggiori informazioni visitare le pagine.

www.asud.net

http://asud.net/biocidio-tour-nei-luoghi-dellingiustizia-ambientale-tra-lazio-e-campania/

MATERIALI:

Scheda dettagliata Biocidio Tour
Scheda progetto Ejolt
Settimana di attività del progetto a Roma (9-15 novembre)

#StopBiocidio

29 martedì Ott 2013

Posted by seiunozerovalledelsacco in Articoli, Eventi

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ambientale, ambiente, Beta-HCH, biocidio, Campania, colleferro, Coordinamento Valle del Sacco, Csoa La Strada, CVS, diritto alla salute, Inquinamento, La strada, Lazio, malattie, manifestazione, mobilitazione, paliano, Regione Lazio, salute, Stop Biocidio, stopbiocidio, terra dei fuochi, Territorio, Tumori

Giovedì, 24 ottobre, alle ore 18.00 presso il Csoa La Strada si è tenuto il primo partecipato incontro tra comitati, associazioni, coordinamenti, realtà sociali e cittadini convocato per discutere in maniera inclusiva e allargata della costruzione nel Lazio di un percorso #StopBiocidio. Il Biocidio è l’esposizione sistematica delle popolazioni ad incrementi esponenziali del rischio di contrarre tumori e altre malattie a causa della devastazione ambientale del territorio. Una mobilitazione trasversale che nasce nella terra dei fuochi in Campania e che sta germogliando anche nel Lazio.
Il Coordinamento Valle del Sacco ha aderito all’appello Stop Biocidio per partecipare alla costruzione di un percorso regionale di mobilitazione in difesa del diritto alla salute. Di seguito l’appello http://asud.net/stop-biocidio-dalla-campania-al-lazio/
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Studio ERAS, inceneritori e discariche compromettono la salute e l’amministrazione di Colleferro sminuisce.

10 lunedì Giu 2013

Posted by seiunozerovalledelsacco in Comunicati Stampa

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ambiente, AMMINISTRAZIONE COLLEFERRO, Arpa Lazio, Autostrada, avv. Carruba di Arpa Lazio, Beta-HCH, Cacciotti, CDR, Colle Fagiolara, colleferro, Combustibile Derivato da Rifiuti, Consiglio Comunale, convocazione, Coordinamento Valle del Sacco, CVS, diossine, Dipartimento di Epidemiologia, Dipartimento Epidemiologico, Discarica, Dott. Blasetti, Dott. Forastiere, Emergenza, Enti Locali, epidemiologia, ERAS, Fiume Sacco, incenerimento rifiuti, Inceneritori, indagine, Inquinamento, paliano, PCB, PM10, polveri, Prevenzione Regione Lazio, Regione Lazio, rmg, Sacco, salute, Sindaco Cacciotti, STUDIO ERAS, termovalorizzatori, Trani, Trattamento Meccanico Biologico, Usl RmG, valle del sacco, Veleno

 Studio ERAS, inceneritori e discariche compromettono la salute e l’amministrazione di Colleferro sminuisce.

Consiglio Comunale ERAS - 6giu2013Un’ulteriore conferma pubblica arriva sullo stato della qualità dell’aria e soprattutto sulle condizioni di salute dei cittadini che risiedono in prossimità di siti di smaltimento ed incenerimento rifiuti. Le conclusioni sono, come prevedibile, sempre meno confortanti. Che non si dica più che non si sapesse.

Durante la seduta del Consiglio Comunale di Colleferro del 6 giugno è stato presentato, su richiesta delle opposizioni e con un ritardo ingiustificato da parte dell’Amministrazione rispetto alla pubblicazione, il Rapporto ERAS. Lo studio di epidemiologia su rifiuti, ambiente e salute, redatto dal Dipartimento Epidemiologico della Regione Lazio, in collaborazione con Arpa Lazio e Usl RmG, ha evidenziato, in sintesi,  anche per il territorio e la popolazione di Colleferro  una stretta correlazione tra esposizione agli inquinanti prodotti da discarica ed inceneritori e l’aumento di ospedalizzazioni e ricoveri per patologie respiratorie.

C’è da sottolineare che l’orario della convocazione della seduta non ha favorito la partecipazione dei cittadini che avrebbero meritato più rispetto su un tema di delicata importanza come lo stato di salute territoriale e la compromissione dovuta alla presenza di impianti inquinanti.

Lo studio unico nel suo genere in Italia per metodo, coorte di popolazione e dati informativi utilizzati, assumendo come arco temporale di indagine sia il periodo pre che post entrata in funzione dei termovalorizzatori, sancisce definitivamente l’aggravio delle emissioni da incenerimento, prendendo come tracciante ufficialmente riconosciuto le polveri PM10, sulla salute dei residenti, monitorati per localizzazione e status sociale.

L’avv. Carruba di Arpa Lazio ha sottolineato durante la seduta la necessità di procedere con ulteriore indagine, utilizzando le matrici metodologiche di Eras, anche sul suolo e sulle acque, vista la peculiare sensibilità orografica del territorio.

Il richiamo ad allungare il periodo di osservazione, anche con nuove indagini relative alla presenza nel sangue di esaminati a Colleferro di sostanze come i PCB e le diossine, ripartendo dai dati cristallizzatisi al 2008 in cui se ne evidenziava la presenza di percentuali significative, è stato sostenuto con forza nei confronti delle Istituzioni locali e regionali da parte del Dott. Blasetti, dirigente della USL RMG.

Paradossalmente, il Sindaco Cacciotti, massima autorità sanitaria cittadina e la sua Giunta, nella persona dell’Assessore all’Ambiente Trani, hanno tentato ripetutamente durante il dibattito di sminuire la valenza epidemiologica e l’innovazione di metodo che i relatori scientifici evidenziavano. Un atteggiamento, volto anche allo scontro istituzionale, censurato dai cittadini, dalle opposizioni e dal Coordinamento Valle del Sacco. Un dato di rilievo è arrivato dalle dichiarazioni del Dott. Forastiere del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione Regione Lazio, che non ha omesso come il Rapporto evidenzi l’incidenza e la ricaduta sulla salute dei cittadini sia frutto anche del mal funzionamento, mala gestione e mancati controlli sugli impianti di incenerimento, auspicando di rivedere tutta la politica regionale dello smaltimento rifiuti adottata sino ad oggi.

Il Coordinamento Valle del Sacco, con le sue componenti ed i suoi contatti sul territorio, si farà garante e promotore della massima divulgazione del Rapporto Eras anche in altri comuni della valle, sia nelle sedi istituzionali che tra le associazioni dei cittadini, per divulgare il grande valore tecnico-scientifico di questo studio.

Tutti da sempre sapevano, ma in molti ancora negano l’evidenza.

Valle del Sacco, 09 giugno 2013

 

Per aggiungere conoscenza storica Vi consigliamo di visionare il filmato al link http://www.youtube.com/watch?v=rdwRDybD1K0&noredirect=1 , dove in alcuni passaggi si evince chi ha voluto fortemente inceneritori e discarica a Colleferro, l’allora sindaco e Presidente della Provincia di Roma Silvano Moffa, e chi allora sedeva tra i banchi del Consiglio Comunale, Mario Cacciotti, attuale Sindaco. 

 

“Occhi aperti sul Territorio”

03 lunedì Dic 2012

Posted by seiunozerovalledelsacco in Comunicati Stampa, Eventi

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Alessandro Coltré, ambiente, Ambientiamoci, Anastasia Centofanti, Andrea Palladino, “Porto Franco”, Beta-HCH, Colle Fagiolara, colleferro, Coordinamento Valle del Sacco, Discarica, Ecomafie, Fabrizio Marras, Fiume Sacco, francesco forgione, Inceneritori, Informazione, Legalità, Libera, Mino Massimei, Territorio, Trafficanti, UGI, valle del sacco, videoinchieste

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“Occhi aperti sul Territorio”
4-5-6-7 dicembre ex Granaio Borghese – Artena
Quattro giornate per AMBIENTE, INFORMAZIONE, LEGALITA’
 Il Circolo Arci Montefortino 93, L’Associazione Ambientalista Unione Giovani Indipendenti e il Presidio di Libera Colleferro vi invitano a partecipare ad una serie d’incontri dedicati alla lettura di alcuni fenomeni che caratterizzano il nostro territorio.
Ambiente, Legalità, Informazione, saranno i denominatori comuni che legheranno queste quattro giornate con lo scopo di fotografare la zona in cui viviamo per capire quanto siamo a conoscenza di ciò…
che ci circonda.

> 4 DICEMBRE, dalle ore 18:00 

-Inaugurazione e presentazione della mostra “Ambientiamoci”, curata dall’Unione Giovani Indipendenti di Colleferro.
Un’opera di divulgazione ambientale che analizza dettagliatamente le cause dell’inquinamento della Valle del
Sacco e mette in evidenza gli effetti sulla salute delle fonti inquinanti. Offre inoltre la possibilità di conoscere i danni al territorio e alla popolazione, provocati dall’attuale ciclo dei rifiuti e suggerisce le possibili soluzioni per migliorare la zona in cui viviamo.
La mostra rimarrà esposta durante le quattro giornate.

-Proiezione di estratti di documentari sul fenomeno delle Ecomafie e videoinchieste sulla Valle del Sacco.

> 5 DICEMBRE, dalle ore 18:00

Francesco Forgione (ex presidente della Commissione Parlamentare Antimafia) presenterà il suo nuovo libro “Porto Franco. Politici, manager e spioni nella Repubblica della ‘ndrangheta”.

Interverranno:
Francesco Forgione (autore)

Fabrizio Marras (Libera regionale)

Sinossi:
“Porto Franco” di Forgione è un saggio-inchiesta in cui l’autore ricostruisce con ironia spietata oltre quarant’anni di storia calabra e italiana, descrivendo l’evoluzione della ‘ndrangheta da mafia locale a potenza globale.
Le storie, i personaggi del libro sono autentici: dai moti di Reggio del ’70, al centro siderurgico inaugurato da Andreotti e mai costruito, fino ad oggi, dove sono numerosi gli episodi e i dettagli tratti dalle recenti indagini giudiziarie.
Forgione evidenzia una particolarità della mafia calabrese: quella di essere un’organizzazione globale e invincibile, esportata in tutta Italia e nel mondo, ma che mantiene salde le proprie radici in Calabria, porto franco della democrazia italiana e della legalità da quasi cinquant’anni e nel silenzio più assoluto.
“In Calabria tutto è palude ed è quasi impossibile distinguere la storia criminale da quella delle classi dirigenti e della politica”, dice l’autore in un’intervista rilasciata a Repubblica, ma dà al tempo stesso una speranza per il futuro, sottolineando che, proprio adesso che tutti parlano della ‘ndrangheta come potenza criminale globale e proprio ora che è protagonista dei recenti scandali politici nel nord Italia, è necessario ritornare in Calabria, sconfiggere il fenomeno da lì, perché “anche se non è detto che ci si riesca, neanche è scritto che siamo destinati a perdere”.

> 6 DICEMBRE, dalle ore 18:00

Andrea Palladino (giornalista e scrittore che ha realizzato numerose inchieste sulle ecomafie per il“Manifesto” e “Il Fatto Quotidiano”) presenterà il suo libro inchiesta “Trafficanti”.

Introduce:
Mino Massimei (Presidente Circolo Arci Montefortino 93)

Interverranno:
Andrea Palladino (autore)

Anastasia Centofanti (Presidente Unione Giovani Indipendenti Colleferro)

Alessandro Coltré (Segretario Unione Giovani Indipendenti Colleferro)

Sinossi
“Trafficanti sulle piste di veleni, armi e rifiuti”
La notte del 10 settembre 1983, sul confine di Ventimiglia, un carico mortale di 41 bidoni di diossina -arrivati da Seveso – passa da un senatore italiano a un trafficante marsigliese, ex paracadutista. Pochi mesi dopo inizia una frenetica caccia in tutta Europa: dove erano finite le scorie dell’Icmesa?
Quel giallo internazionale segna l’inizio della storia – che dura da trent’anni – dei traffici europei dei rifiuti.
Il mondo dei trafficanti è fatto di insospettabili uomini di affari. Come Giorgio Comerio, un esperto di mine marine che voleva affondare nei fondali le scorie radioattive. O come i manager di una società finanziaria svizzera che mandavano in giro vere e proprie circolari riservate alle aziende chimiche europee, annunciando la possibilità di far sparire i rifiuti tossici nei paesi africani.
Tutti loro s’incontrano, si scambiano favori, stringono accordi, si dividono i mercati.
Andrea Palladino racconta come funziona questo sistema dove contano le agende piene di nomi e le contabilità in nero delle tangenti; ci racconta anche diverse vicende passate sotto silenzio, di crimini rimasti senza un colpevole, di chi ha individuato il gioco delle parti tra politica e malavita, di chi è stato ucciso per essersi occupato di vicende come quella dell’ Icmesa, di vicende occultate come ad esempio l’uccisione di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin a Mogadiscio.

Grazie alla presenza di Andrea Palladino sarà possibile analizzare l’emergenza rifiuti romana, la gestione dei rifiuti nel Lazio e gli scandali ambientali della Valle del Sacco, temi trattati sempre in modo dettagliato nei suoi articoli.

I rappresentanti dell’UGI illustreranno l’ultimo rapporto epidemiologico regionale E.R.A.S che ha esaminato lo stato di salute della popolazione che vive vicino a discariche ed inceneritori, con risultati allarmanti per i cittadini di Colleferro e dintorni.

> 7 DICEMBRE,dalle ore 18:00
Chiusura dell’evento.

Lettera aperta al Ministro Clini, incenerire i rifiuti di Roma a Colleferro?

27 martedì Nov 2012

Posted by seiunozerovalledelsacco in Comunicati Stampa

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6 Ottobre 2012, 610, ACEA, AGEN.S.E.L., AMA, ambiente, Beta-HCH, Castellaccio, CDR, Colle Fagiolara, colleferro, Combustibile Derivato da Rifiuti, Comunità Europea, Coordinamento Valle del Sacco, Corrado Clini, CVS, Dipartimento Epidemiologia, Discarica, E.R.A.S, Fiume Sacco, Inceneritori, Inquinamento, manifestazione, Ministro Clini, ministro dell’Ambiente, Monumento Naturale La Selva, paliano, Piano dei Rifiuti, Regione Lazio, Sacco, Territorio, TMB, Trattamento Meccanico Biologico, Unione Europea, valle del sacco, Veleno

Il Coordinamento Valle del Sacco (CVS), che com’è noto riunisce associazioni, circoli territoriali, comitati e cittadini attivi in difesa dell’ambiente e della salute della Valle, a seguito delle dichiarazioni rilasciate agli organi di stampa nazionali dal ministro dell’Ambiente Corrado Clini in data 21.11.12, a margine di un’audizione presso le Commissioni parlamentari permanenti Ambiente e Politiche dell’Unione Europea, invita il ministro ad una responsabile e doverosa analisi della situazione della Valle del Sacco prima di assumere o pianificare qualsiasi decisione inerente lo smaltimento dei rifiuti di Roma a Colleferro.Ricordiamo brevemente le dichiarazioni in questione:- Intanto, “stiamo cercando di capire quali sono le misure urgenti che possono essere messe in moto, a cominciare da quelle che consentono l’autorizzazione rapida degli impianti che sono sotto esame da parte della Regione ormai da troppi mesi – rileva il ministro – la mia valutazione personale è che uno dei problemi critici del Lazio sia determinato proprio da questo aspetto”, e cioè “che non siano stati autorizzati nei tempi ragionevoli impianti che avrebbero potuto consentire già nel 2012 di ridurre drasticamente il fabbisogno di conferimento in discarica di una parte importante di rifiuti urbani”, In tutto ciò, “stiamo ancora cercando di capire meglio come mai nell’impianto di Colleferro, in provincia di Roma, venga conferito combustibile derivato da rifiuti proveniente da altre regioni d’Italia, mentre invece i rifiuti di Roma non vengono conferiti in quell’impianto. E’ paradossale che Roma debba conferire rifiuti all’estero avendo impianti alle porte della città che non vengono utilizzati per i rifiuti della capitale“. -Invitiamo – e non è la prima volta – il Ministro Clini ad effettuare un sopralluogo a Colleferro e in tutta la Valle del Sacco per prendere coscienza della situazione di emergenza ambientale e sanitaria in cui versa il nostro territorio.

Non è forse superfluo ricordare alcuni dati – noti ai più, ma forse non al sindaco Alemanno (che ha rilasciato in contemporanea analoghe dichiarazioni) e al ministro Clini – che rendono l’idea dell’impatto ambientale che grava sulle comunità attraversate dal Fiume Sacco. La discarica di Colle Fagiolara, sul territorio di Colleferro, ma al confine con il Comune di Paliano e il Monumento Naturale La Selva – Mola dei Piscoli, doveva essere chiusa già da tempo. Ha ottenuto invece una ulteriore proroga al 2014 che protrae la presenza di una delle fonti inquinanti più importanti del territorio, in evidente conflitto con l’opportuna valorizzazione dell’area naturale limitrofa; le due linee di incenerimento attive a  Colleferro, nel 2009 sono state poste sotto sequestro dal NOE dei Carabinieri di Roma per traffico illecito di rifiuti speciali; l’intera Valle del Sacco è stata dichiarata nel 2005 Sito di bonifica di Interesse Nazionale; lo studio E.R.A.S., redatto dal Dipartimento Epidemiologia del SSR del Lazio, ha accertato un aumento assai significativo di patologie cancerogene e respiratorie, collegabili alla vicinanza alla discarica e alle emissioni  degli inceneritori di Colleferro.

Gli impianti di TMB proposti da AGEN.S.E.L. (Consorzio Gaia) a Colleferro, ACEA e AMA a Castellaccio, sono di tipologia obsoleta, funzionale a un ciclo di rifiuti incentrato sull’incenerimento. Ciò è stato sottolineato con forza da tutte le comunità locali della Valle riunitesi in occasione della manifestazione dello scorso 6 ottobre, indetta dal CVS, che ha visto la partecipazione di circa 3000 cittadini.

Riteniamo, dunque, che il Ministro debba assumersi la responsabilità istituzionale di contribuire a reimpostare il ciclo dei rifiuti regionale, com’è noto fallimentare in termini ambientali-sanitari quanto economici, considerando con attenzione anche le fondate istanze provenienti dal nostro territorio, prima di intraprendere iniziative dettate dall’emergenza non in linea con le raccomandazioni comunitarie espresse anche dalla Commissione Petizioni del Parlamento europeo in occasione dell’audizione del CVS.

Anche qui forse non è superfluo un memorandum:

“I Commissari hanno ravvisato una situazione di criticità generalizzata del territorio della valle […]. Qualsiasi altra impiantistica deve necessariamente tener conto della situazione ambientale già in essere, valutando tutti gli agenti inquinanti e non la singola potenziale causa di emissioni nocive – ha dichiarato ilSegretario della Commissione David Lowe – prevedendo sempre un coinvolgimento della popolazione nelle scelte e rendendo edotti i residenti degli esami e degli studi sulle emissioni impattanti che interessano l’intera macro area”.

Per concludere, si può concordare sul principio dell’autosufficienza del ciclo regionale e provinciale dei rifiuti, non certo sul considerare per l’ennesima volta la Valle del Sacco e Colleferro come la pattumiera della Capitale.

Coordinamento Valle del Sacco – Info: 3385909983

VALLE DEL SACCO, LA COMMISSIONE PETIZIONI EUROPEA ACCOGLIE LE ISTANZE DEL COORDINAMENTO.

31 mercoledì Ott 2012

Posted by seiunozerovalledelsacco in Comunicati Stampa

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Comunicato Stampa Coordinamento Valle del Sacco

Tra le varie tappe del tour ispettivo per l’emergenza rifiuti nel Lazio la Commissione Petizioni del Parlamento Europeo ieri pomeriggio ha chiamato a colloquio il Coordinamento Valle del Sacco, rappresentato dal suo portavoce Rosa Maria Chimisso.

La Commissione, presieduta dall’europarlamentare Judith Merkies, ha accolto le istanze del CVS presentate con la petizione 598/2012.

I Commissari hanno ravvisato una situazione di criticità generalizzata del territorio della valle esprimendo la volontà di approfondire lo stato dell’arte sulla base della documentazione che il CVS fornirà a sostegno dello studio di valutazione sostanziale.

Qualsiasi altra impiantistica deve necessariamente tener conto della situazione ambientale già in essere, valutando tutti gli agenti inquinanti e non la singola potenziale causa di emissioni nocive – ha dichiarato il Segretario della Commissione David Lowe – prevedendo sempre un coinvolgimento della popolazione nelle scelte e rendendo edotti i residenti degli esami e degli studi sulle emissioni impattanti che interessano l’intera macro area.

In attesa della relazione finale che verrà stilata al termine dei sopralluoghi e dei colloqui con i vari comitati appellanti, i Commissari terranno informati i firmatari sugli sviluppi della situazione rifiuti a Roma e nel Lazio, con la disponibilità di accogliere ulteriori osservazioni sull’evolversi della gestione rifiuti.

Per il CVS l’audizione ha significato un primo traguardo, frutto delle manifestazioni di protesta e delle varie iniziative intraprese in sede europea.

“A margine dei colloqui con la Commissione, chiediamo al Prefetto Sottile di ordinare uno stralcio definitivo dei due progetti TMB di Paliano e Colleferro – dichiara Rosa Maria Chimisso – su cui continueremo a vigilare. Vogliamo rassicurazioni scritte, nero su bianco e non annunci, anche alla luce delle ultime indagini epidemiologiche, che purtroppo sempre nero su bianco sanciscono, ancora una volta,  una situazione ambientale e sanitaria della Valle del Sacco preoccupante. Come ha dichiarato la Commissaria Merkies – conclude Chimisso – per i rifiuti in Italia deve finire lo scarica barile”.

Coordinamento Valle del Sacco – Info 3385909983

Valle del Sacco, 31 ottobre ’12

UN FIUME DI CITTADINI LUNGO IL FIUME

17 mercoledì Ott 2012

Posted by seiunozerovalledelsacco in Comunicati Stampa

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La manifestazione  del 6 Ottobre SEIUNOZERO? organizzata dal Coordinamento Valle del Sacco (CVS) ha superato le più rosee aspettative. Quasi quattromila persone hanno partecipato al corteo lungo 6 Km che partendo dalla stazione ferroviaria di Colleferro ha percorso la statale Casilina e la via Palianese per raggiungere la discarica di colle Fagiolara e fare lo stesso percorso a ritroso. Gli slogan “questa Valle non si vende, questa Valle si difende”, “chi non ha il coraggio di ribellarsi non ha il diritto di lamentarsi” e “vogliamo lavorare senza farci avvelenare” sono stati gridati da cittadini di Colleferro, Paliano, Anagni, Sgurgola, Labico, Valmontone, Genazzano, Ceccano, Ferentino, Montelanico, Segni, Carpineto, Olevano, Bellegra, San Vito, Serrone, Piglio e molti altri provenienti anche dal resto del Lazio. Erano Presenti organizzazioni ambientaliste e politiche, movimenti, sindacati, comitati e sindaci di alcuni paesi succitati. Gli organizzatori del Coordinamento Valle del Sacco si dichiarano più che soddisfatti anche perchè le difficoltà che hanno dovuto superare sono state molteplici. Soprattutto hanno percepito un atteggiamento ostile da parte dell’amministrazione di Colleferro per comprensibili motivi di avversione all’iniziativa organizzata dal “basso”. Il dispiegamento delle forze dell’ordine è stato imponente come imponente è stata la partecipazione della popolazione: bella, pacifica, ricca di carrozzine di bambini ed anziani. La richiesta collettiva, forte e determinata degli abitante della Valle è chiara: porre fine ad un sistema di smaltimento dei rifiuti che prevede l’incenerimento e le discariche da parte di Amministrazioni inefficienti e irresponsabili.  La bonifica dei terreni contaminati è una priorità!  Il coordinamento ringrazia quanti hanno reso possibile questa straordinaria manifestazione con il loro impegno e la loro presenza nonché le testate giornalistiche e le tv che hanno voluto documentare la festosa giornata. L’impegno del CVS, della cittadinanza e degli abitanti della Valle continua con altre iniziative in cantiere, che presto verranno pubblicizzate e messe in atto.

COORDINAMENTO VALLE DEL SACCO

DOCUMENTO MANIFESTAZIONE SEIUNOZERO?

09 martedì Ott 2012

Posted by seiunozerovalledelsacco in Articoli, Comunicati Stampa

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Nel 2000 alcuni cittadini di Colleferro bloccavano il cantiere dove si stavano costruendo gli inceneritori.
Vennero fatti sgomberare con la forza, denunciati e sanzionati per una somma pari al costo della propria abitazione;in seguito la denuncia fu ritirata ma questa brutta pagina della nostra storia fu la prova generale per la creazione di un territorio completamente asservito a raccogliere tutto quello che disturba, tutto ciò che inquina, tutto ciò che nega il diritto alla salute e quindi all’abitare.
Quella battaglia fu fatta nell’isolamento totale: la convinzione che l’incenerimento producesse diossine, polveri sottili , che si sono dimostrate causa di incrementi di patologie tumorali, era allora poco diffusa.
Furono troppe le menzogne, ci fecero credere che quello fosse l’unico modo per la chiusura della discarica.
Nel frattempo nessuno si preoccupava di risanare il territorio dall’inquinamento provocato dalle produzioni chimiche del passato ; cadde il silenzio sui siti contaminati per la presenza di fusti tossici.

Oggi sappiamo bene che quegli impianti, come hanno certificato i NOE nel 2009, sono stati a lungo fuorilegge, sappiamo che sono andati in fumo centinaia di milioni di euro, come attesta la sentenza della corte dei Conti, e che gli inceneritori sono effettivamente dannosi per la salute.
Di fatto la discarica ha continuato a crescere così come la percentuale di tumori.

Nonostante sia evidente il fallimento sotto il profilo ambientale ed economico, qualcuno ancora vuole installare nuovi mostri ecologici per produrre combustibile per gli inceneritori e materiale per il conferimento in discarica: 300.000 tonnellate di rifiuti arriverebbero, ogni anno, da Roma pregiudicando ogni possibilità di risanamento.

Ancora una volta siamo considerati cittadini di serie B e capaci solo di creare una adiposa classe politica locale, funzionale alla creazione di inaccettabili costosi impianti inquinanti, personaggi ai quali i vertici ipocriti dei loro partiti, hanno incautamente aperto l’ascensore del successo politico.

Questa giornata dimostra la volontà dei cittadini di cambiare rotta , di respirare finalmente aria pulita, di tornare a coltivare la terra senza il timore di trovarla avvelenata e di avvelenare chi si nutre dei suoi frutti, di lavorare in una fabbrica che sia il risultato di una riconversione finalizzata alla produzione di beni eco sostenibili.
Vogliamo : tornare a bere la nostra acqua, camminare lungo il nostro fiume.

Siamo consapevoli che questi risultati non sono immediati ma oggi pretendiamo di essere ascoltati, non accettiamo più ricette elaborate altrove.

Che cali definitivamente il sipario della disgustosa commedia dell’arte fatta di guerre tra poveri accese dai soliti ricchi.

La Valle del Sacco vuole cambiare!

Siamo decisi a lottare insieme, con varie anime, ma con un ‘ identità nuova; un’intera ed unica comunità proiettata verso un futuro sostenibile e pulito.

Associazioni ambientaliste, circoli territoriali, comitati e cittadini attivi hanno dato vita a questo coordinamento.
Non siamo più divisi perché voi eco corruttori ci avete uniti.

Coltiviamo un senso civico ed una voglia di riscatto.

Siamo un gruppo di pressione che le amministrazioni e i poteri forti non potranno più snobbare come spesso è successo in passato. Per questo oggi ci appelliamo ai meno reattivi e chiediamo di unirsi a noi perché non saranno più soli.

Possiamo cambiare le cose: innanzitutto trasformandoci in consumatori consapevoli che scelgono di comprare prodotti con meno imballaggi possibile, biologici e provenienti da aziende locali, pretendendo, quindi, che i nostri prodotti enogastronomici, risultato di tradizioni millenarie, siano difesi dalle aggressioni dei grandi interessi.
Nelle nostra valle esistono sraordinari borghi e città d’arte, noi vogliamo che tornino ad essere centri vitali.

La mobilitazione di oggi è solo la partenza di un percorso che vedrà ogni cittadino attivo protagonista.
Dall’ arretramento in cui ci avete confinati, cari signori che sedete nelle stanze dei bottoni, abbiamo tratto la forza per arrivare a bonificare le vostre coscienze.

Avete violentato i nostri ideali costringendoci spesso scegliere tra il diritto alla salute ed il diritto al lavoro.
Ora diciamo basta alle false promesse di lavoro, alla falsa ed inadeguata bonifica; basta ad i troppi e costosi commissari, ad i preziosi consulenti, basta al costante sperpero di denaro pubblico.

Nessuno in questa valle dovrà essere più uno ZERO!

Saremo, tutti insieme, una comunità che si autorigenera ed autodetermina, per questo chiediamo , anzi ,

PRETENDIAMO:
Raccolta differenziata porta e porta finalizzata al riciclo e quindi chiusura della discarica e dismissione degli inceneritori

Abbandono dei due progetti di impianto di trattamento meccanico biologico dei rifiuti a Paliano e Colleferro

Dismissione della Turbogas

Realizzazione di impianti di compostaggio COMUNALI per lo smaltimento dei rifiuti organici

Una bonifica efficace dei siti inquinati della Valle del Sacco

Messa in mora di impianti di impianti fotovoltaici su terreno agricolo e l’installazione di questi ultimi su edifici comunali

Rispetto del principio di prossimità .I rifiuti dovranno essere trattati il più vicino possibile ad i luoghi dove essi vengono prodotti.

Creazione di ambiti territoriali ottimali di piccole dimensioni per poter contrastare le infiltrazioni delle ecomafie.

Incentivi per la promozione di iniziative volte alla riduzione dei rifiuti a monte come l’autocompostaggio , e la riduzione dell’uso degli imballi della plastica attraverso le distribuzioni alla spina di detergenti, bevande, latte, ecc.

Sottoscrizione di accordi con istituti universitari per condurre un’adeguata indagine epidemiologica che possa fare luce sullo stato di salute della nostra aree e per studiare metodi per tornare a produrre nei terreni oggi inquinati, alimenti sani.

Politiche di sostegno e promozione dei prodotti agricoli di eccellenza , come il vino cesanese, i formaggi e le castagne delle nostre montagne.

Politiche di sostegno all’agricoltura locale

Politiche volte alla mobilità sostenibile ed in particolare per migliorare i collegamenti su ferro con la capitale e offrire condizioni di viaggio dignitose per i lavoratori e gli studenti pendolari.

Forte implementazione del verde pubblico per favorire l’abbattimento delle polveri sottili, con creazioni di parchi intercomunali e tutela di quelli già esistenti, dove poter correre, leggere, incontrarsi.

Progetti che educhino i cittadini alla prevenzione sanitaria primaria, quella relativa agli stili di vita, all’alimentazione, all’ambiente.

Non stiamo chiedendo troppo, stiamo chiedendo il giusto!

Il Ministro per l’ambiente è già da tempo stato invitato a venire a vedere di persona ed a condurre un pubblico dibattito. Rinnoviamo a gran voce l’invito.

Oggi ci presentiamo come i cittadini della Valle del Sacco, ci unisce il nostro fiume con i problemi di oggi e la speranza per il domani.
Chiediamo questo per noi e per i tanti che oggi non possono essere qui perché assistono familiari malati e ricoverati nei centri oncologici, pendolari del dolore a causa di una politica ambientale scellerata, questo è l’unico progetto che può asciugare le loro lacrime.

Valle del Sacco, il Coordinamento corre sui binari e va a Montecitorio!

03 mercoledì Ott 2012

Posted by seiunozerovalledelsacco in Comunicati Stampa, Video

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Colleferro: la bonifica non c’è, l’emergenza sì. Ma il commissario ha troppi impegni. (Il Fatto quotidiano)

27 venerdì Lug 2012

Posted by seiunozerovalledelsacco in Articoli

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300.000 Tonnellate, ambiente, anagni, Arpa 1, Arpa 2, Benzoino, Berlusconi, Beta-HCH, Biomassa, Castellaccio, Colle Fagiolara, colleferro, Combustibile Derivato da Rifiuti, Comunità Europea, Coordinamento Valle del Sacco, CVS, Demetra, Discarica, Emergenza, Enti Locali, Fiume Sacco, Inquinamento, Mercurio, paliano, Piano dei Rifiuti, Pierluigi Di Palma, Regione Lazio, Renata Polverini, Sacco, Territorio, TMB, Trattamento Meccanico Biologico, valle del sacco, Veleno

Colleferro: la bonifica non c’è, l’emergenza sì. Ma il commissario ha troppi impegni (Il Fatto Quotidiano)

A 50 chilometri da Roma c’è un’intera valle, lunga una sessantina di chilometri, contaminata dalla micidiale molecola derivata dagli erbicidi. Ma chi dovrebbe occuparsi di risanare l’ambiente – il vice segretario generale della Difesa Pierluigi Dipalma – ha poco tempo per farlo, tra una consulenza e l’altra

di Andrea Palladino

Quando l’avvocato dello Stato Pierluigi Di Palma ha ricevuto la pesante nomina dal governo Berlusconi non ha battuto un ciglio. Per lui, presidente del think tank dell’aviazione civile e militare Demetra, la carica di vice segretario generale della Difesa è una sorta nota di merito da mettere nel curriculum. Da allora – era il 2011 – la sua agenda è diventata fittissima d’impegni, che si sommano a quelli di commissario straordinario per l’emergenza ambientale della valle del Sacco.

Non una robetta da niente: un’intera valle lunga una sessantina di chilometri contaminata dalla micidiale molecola derivata dagli erbicidi prodotti a Colleferro, il Beta-HCH. Un disastro scoperto ufficialmente quasi per caso alla fine del 2004, ma già ben noto, in realtà, dai primi anni ’90, quando la procura di Velletri processò i vertici di aziende chimiche del peso della Caffaro e della Bpd per aver sotterrato centinaia di fusti intrisi di veleni terribili nell’area industriale di Colleferro. Un’area – quella delle industrie degli armamenti di Colleferro, dove sono stati trovati i depositi di rifiuti pericolosi stoccati negli anni passati – oggi di proprietà della Avio, colosso dei propellenti per missili posseduta per un 14 per cento da Finmeccanica, con la maggioranza delle quote in mano inglese.

“L’incarico di commissario per l’emergenza – assicura – lo faccio praticamente gratis. Quello che guadagno rientra, penso, nei tetti stabiliti da Monti per i manager di Stato”. Il problema, però, è che quella bonifica sta accumulando ritardi di mesi, se non di anni. Con qualche consulenza di troppo del commissario Di Palma, contrattato dall’Agenzia spaziale italiana – socia dei proprietari del terreno – con una retribuzione lorda di 70 mila euro annui: “Consulenza scaduta lo scorso gennaio – spiega il commissario e vice segretario generale della Difesa – e non ritengo che vi siano conflitti d’interesse”.

In questa città a cinquanta chilometri da Roma si producevano gli esplosivi che alimentavano le armi da guerra italiane vendute in tutto il mondo e gli erbicidi poi vietati, dopo che gli studi degli anni ’80 ne hanno dimostrato l’alta tossicità per l’ambiente e l’uomo. Scorie stoccate senza nessuna protezione, che anni fa hanno rotto le deboli protezioni, entrando nel fiume Sacco, contaminandone l’argine fino all’imbocco nel fiume Liri, in piena Ciociaria. Una Seveso dimenticata, a pochi chilometri da Roma, con la pesante eredità di centinaia – forse migliaia – di persone contaminate. A vita, irreparabilmente.

Da quando nel 2004 i residui furono scoperti all’interno del latte che finiva in tutta Italia, attraverso la centrale del latte di Roma, la bonifica è proseguita con una certa stanchezza. I quattro siti considerati il punto zero dell’inquinamento industriale – conosciuti come Arpa 1, Arpa 2, Benzoino ed ex cava di pozzolana – sono in buona parte ancora un cantiere aperto. Nell’ultima conferenza di servizio, approvata dal presidente della regione Lazio Renata Polverini qualche giorno fa, il responsabile del procedimento spiega che vi sono migliaia di metri cubi di materiali ancora da sistemare nei siti definitivi, a sette anni dall’avvio della scoperta ufficiale della contaminazione.

Una buona parte – circa 2000 metri cubi – è composta da sostanze con altissime concentrazioni di residui della lavorazione chimica del lindano e del Ddt, scorie considerate pericolosissime. Per il secondo sito da bonificare, Arpa 2, non è stata ancora avviata la gara d’appalto, mentre lo smantellamento dell’ex fabbrica chiamata Benzoino ha subito ritardi enormi. I tecnici guidati da Pierluigi Di Palma si dicono sicuri che l’impatto sull’ambiente è ormai nullo, grazie ad una barriera idraulica costruita per difendere il fiume. Ma in tanti a Colleferro e nella valle del Sacco continuano ad avere dei dubbi, visto che le sponde del fiume, per una sessantina di chilometri, continuano ancora oggi ad essere considerate off-limits. Nei mesi scorsi, poi, in alcuni pozzi dell’acquedotto della città sono state trovate tracce del temutissimo Beta-HCH, tanto che il sindaco di Colleferro ha chiesto formalmente un aiuto economico al commissario per “l’eventuale contaminazione”.

Segni evidenti che l’emergenza è tutt’altro che finita. L’intervento più evidente ha riguardato l’uso di alcune piante per assorbire il Beta-HCH dalle sponde del fiume, ma alcuni studi negli Stati Uniti sono critici con questo metodo, che richiede tempi lunghissimi. Le piante – dopo aver assorbito le sostanze tossiche – dovranno poi essere bruciate in inceneritori per biomasse, anche se nessuno, a Colleferro, conosce la destinazione finale.

La proprietà dell’area, controllata dalla Avio, ha un ruolo fondamentale nella bonifica. Pur non avendo formalmente nulla a che vedere con le aziende accusate di aver stoccato i rifiuti pericolosi, la società immobiliare dell’azienda aerospaziale legata a Finmeccanica, la Secosvim, è stata chiamata più volte dal commissario straordinario per coordinare gli interventi di bonifica. L’avvocato Di Palma, d’altra parte, conosce bene l’ambiente. Fino al gennaio scorso era consulente giuridico dell’Agenzia spaziale italiana, che con Avio ha formato la società Elv, responsabile del progetto del missile Vega, con sede operativa a Colleferro, nel centrale corso Garibaldi, a qualche centinaio di metri dai siti contaminati.

Stretto il suo rapporto con Enrico Saggese, l’ex manager Finmeccanica finito nel 2008 alla presidenza dell’agenzia spaziale italiana, con un passato ai vertici della Avio Spa, il proprietario dei terreni contaminati di Colleferro. Di Palma e Saggese siedono insieme nel comitato scientifico della potente associazione Demetra. Anche in questo caso con un’agenda fitta di impegni, con convegni e convention partecipatissimi: dal direttore del Tempo Mario Sechi all’attuale ministro della Difesa Gianpaolo Di Paola, dal presidente del Consiglio di Stato Giuseppe Severini, al segretario generale della difesa Claudio Debertolis. Nomi che contano, che appaiono in bella evidenza nelle attività dell’occupatissimo Di Palma. Tra una bonifica e l’altra.

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