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6 Ottobre 2012, 610, Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente, AMA, ambiente, ARPA, Artena, Colle Fagiolara, colleferro, Coordinamento Valle del Sacco, CVS, Discarica, ERAS, Gavignano, impianti di incenerimento rifiuti, Inceneritori, malattie dell’apparato respiratorio, malattie polmonari, manifestazione, salute, Segni, seiunozero, studio epidemiologico, tumore, UGI, Unione Giovani Indipendent, valle del sacco
Conferenza sullo Studio E.R.A.S. 30 Novembre
Dopo il grande successo della manifestazione del 6 Ottobre – SEI UNO ZERO, l’Ugi (Unione Giovani Indipendenti) e l’A.MA. (Associazione Mamme Colleferro), due delle associazioni facenti parte del Coordinamento Valle del Sacco, promotore dell’evento, continuano la loro campagna di informazione riguardo la gravissima situazione sanitaria ed ambientale della Valle del Sacco.
Un nuovo studio epidemiologico, condotto all’interno del progetto ERAS Lazio realizzato dall’ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente), getta nuova luce sul pesantissimo impatto che i due impianti di incenerimento rifiuti siti a Colleferro hanno sulla salute dei residenti della cittadina e dell’intero comprensorio, da Artena a Segni, a Gavignano.
Lo studio non fa altro che confermare le tesi di chi per anni è stato tacciato di allarmismo perché denunciava i rischi sulla salute e sull’ambiente causati dall’incenerimento dei rifiuti.
Dalle analisi si riscontra un peggioramento dello stato di salute della popolazione dopo l’attivazione degli impianti, evidenziando picchi drammatici: +79% di ricoveri per malattie polmonari cronico ostruttive, +31% per malattie dell’apparato respiratorio e +78% di infezioni acute dell’apparato respiratorio nei bambini.
Per la prima volta viene stabilito un chiaro legame di causa-effettotra l’attività dei due inceneritori di Colleferro ed il progressivo aggravamento delle condizioni di salute degli abitanti della Valle.
L’assenza della parola “tumore” all’interno dei dati non deve ingannare. Lo studio, infatti, “considerando che l’inizio di attività degli impianti e stato fissato al 1° Gennaio 2003, periodo relativamente recente” non prende in considerazione “la mortalità o l’occorrenza di patologie tumorali o di patologie croniche” insorgenti sul campione di popolazione preso in esame, senza perdere l’occasione, tuttavia, di sottolineare come da precedenti indagini epidemiologiche nella Valle del Sacco fosse emerso “un eccesso di decessi per tutti i tumori e per alcuni tumori specifici (stomaco, laringe, polmoni, pleura e mielomi) tra gli uomini, mentre tra le donne si è riscontrato un aumento dei decessi per diabete”.
Vogliamo aspettare che passino ancora degli anni, per vederci confermato che l’incremento dei tumori e l’attività degli inceneritori sono indissolubilmente legati a doppio filo? Per piangere, col senno del poi, altri morti?
Unione Giovani Indipendenti
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