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—————————————————RIPRENDIAMOCI LA NOSTRA VALLE!!!

~ 06 Ottobre 2012

—————————————————RIPRENDIAMOCI LA NOSTRA VALLE!!!

Archivi Mensili: novembre 2012

Lettera aperta al Ministro Clini, incenerire i rifiuti di Roma a Colleferro?

27 martedì Nov 2012

Posted by seiunozerovalledelsacco in Comunicati Stampa

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6 Ottobre 2012, 610, ACEA, AGEN.S.E.L., AMA, ambiente, Beta-HCH, Castellaccio, CDR, Colle Fagiolara, colleferro, Combustibile Derivato da Rifiuti, Comunità Europea, Coordinamento Valle del Sacco, Corrado Clini, CVS, Dipartimento Epidemiologia, Discarica, E.R.A.S, Fiume Sacco, Inceneritori, Inquinamento, manifestazione, Ministro Clini, ministro dell’Ambiente, Monumento Naturale La Selva, paliano, Piano dei Rifiuti, Regione Lazio, Sacco, Territorio, TMB, Trattamento Meccanico Biologico, Unione Europea, valle del sacco, Veleno

Il Coordinamento Valle del Sacco (CVS), che com’è noto riunisce associazioni, circoli territoriali, comitati e cittadini attivi in difesa dell’ambiente e della salute della Valle, a seguito delle dichiarazioni rilasciate agli organi di stampa nazionali dal ministro dell’Ambiente Corrado Clini in data 21.11.12, a margine di un’audizione presso le Commissioni parlamentari permanenti Ambiente e Politiche dell’Unione Europea, invita il ministro ad una responsabile e doverosa analisi della situazione della Valle del Sacco prima di assumere o pianificare qualsiasi decisione inerente lo smaltimento dei rifiuti di Roma a Colleferro.Ricordiamo brevemente le dichiarazioni in questione:- Intanto, “stiamo cercando di capire quali sono le misure urgenti che possono essere messe in moto, a cominciare da quelle che consentono l’autorizzazione rapida degli impianti che sono sotto esame da parte della Regione ormai da troppi mesi – rileva il ministro – la mia valutazione personale è che uno dei problemi critici del Lazio sia determinato proprio da questo aspetto”, e cioè “che non siano stati autorizzati nei tempi ragionevoli impianti che avrebbero potuto consentire già nel 2012 di ridurre drasticamente il fabbisogno di conferimento in discarica di una parte importante di rifiuti urbani”, In tutto ciò, “stiamo ancora cercando di capire meglio come mai nell’impianto di Colleferro, in provincia di Roma, venga conferito combustibile derivato da rifiuti proveniente da altre regioni d’Italia, mentre invece i rifiuti di Roma non vengono conferiti in quell’impianto. E’ paradossale che Roma debba conferire rifiuti all’estero avendo impianti alle porte della città che non vengono utilizzati per i rifiuti della capitale“. -Invitiamo – e non è la prima volta – il Ministro Clini ad effettuare un sopralluogo a Colleferro e in tutta la Valle del Sacco per prendere coscienza della situazione di emergenza ambientale e sanitaria in cui versa il nostro territorio.

Non è forse superfluo ricordare alcuni dati – noti ai più, ma forse non al sindaco Alemanno (che ha rilasciato in contemporanea analoghe dichiarazioni) e al ministro Clini – che rendono l’idea dell’impatto ambientale che grava sulle comunità attraversate dal Fiume Sacco. La discarica di Colle Fagiolara, sul territorio di Colleferro, ma al confine con il Comune di Paliano e il Monumento Naturale La Selva – Mola dei Piscoli, doveva essere chiusa già da tempo. Ha ottenuto invece una ulteriore proroga al 2014 che protrae la presenza di una delle fonti inquinanti più importanti del territorio, in evidente conflitto con l’opportuna valorizzazione dell’area naturale limitrofa; le due linee di incenerimento attive a  Colleferro, nel 2009 sono state poste sotto sequestro dal NOE dei Carabinieri di Roma per traffico illecito di rifiuti speciali; l’intera Valle del Sacco è stata dichiarata nel 2005 Sito di bonifica di Interesse Nazionale; lo studio E.R.A.S., redatto dal Dipartimento Epidemiologia del SSR del Lazio, ha accertato un aumento assai significativo di patologie cancerogene e respiratorie, collegabili alla vicinanza alla discarica e alle emissioni  degli inceneritori di Colleferro.

Gli impianti di TMB proposti da AGEN.S.E.L. (Consorzio Gaia) a Colleferro, ACEA e AMA a Castellaccio, sono di tipologia obsoleta, funzionale a un ciclo di rifiuti incentrato sull’incenerimento. Ciò è stato sottolineato con forza da tutte le comunità locali della Valle riunitesi in occasione della manifestazione dello scorso 6 ottobre, indetta dal CVS, che ha visto la partecipazione di circa 3000 cittadini.

Riteniamo, dunque, che il Ministro debba assumersi la responsabilità istituzionale di contribuire a reimpostare il ciclo dei rifiuti regionale, com’è noto fallimentare in termini ambientali-sanitari quanto economici, considerando con attenzione anche le fondate istanze provenienti dal nostro territorio, prima di intraprendere iniziative dettate dall’emergenza non in linea con le raccomandazioni comunitarie espresse anche dalla Commissione Petizioni del Parlamento europeo in occasione dell’audizione del CVS.

Anche qui forse non è superfluo un memorandum:

“I Commissari hanno ravvisato una situazione di criticità generalizzata del territorio della valle […]. Qualsiasi altra impiantistica deve necessariamente tener conto della situazione ambientale già in essere, valutando tutti gli agenti inquinanti e non la singola potenziale causa di emissioni nocive – ha dichiarato ilSegretario della Commissione David Lowe – prevedendo sempre un coinvolgimento della popolazione nelle scelte e rendendo edotti i residenti degli esami e degli studi sulle emissioni impattanti che interessano l’intera macro area”.

Per concludere, si può concordare sul principio dell’autosufficienza del ciclo regionale e provinciale dei rifiuti, non certo sul considerare per l’ennesima volta la Valle del Sacco e Colleferro come la pattumiera della Capitale.

Coordinamento Valle del Sacco – Info: 3385909983

“I CRIMINI CONTRO LA VITA LI CHIAMANO ERRORI”

24 sabato Nov 2012

Posted by seiunozerovalledelsacco in Comunicati Stampa

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6 Ottobre 2012, 610, Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente, AMA, ambiente, ARPA, Artena, Colle Fagiolara, colleferro, Coordinamento Valle del Sacco, CVS, Discarica, ERAS, Gavignano, impianti di incenerimento rifiuti, Inceneritori, malattie dell’apparato respiratorio, malattie polmonari, manifestazione, salute, Segni, seiunozero, studio epidemiologico, tumore, UGI, Unione Giovani Indipendent, valle del sacco

Conferenza sullo Studio E.R.A.S. 30 Novembre

Dopo il grande successo della manifestazione del 6 Ottobre – SEI UNO ZERO, l’Ugi (Unione Giovani Indipendenti) e l’A.MA. (Associazione Mamme Colleferro), due delle associazioni facenti parte del Coordinamento Valle del Sacco, promotore dell’evento, continuano la loro campagna di informazione riguardo la gravissima situazione sanitaria ed ambientale della Valle del Sacco.

Un nuovo studio epidemiologico, condotto all’interno del progetto ERAS Lazio realizzato dall’ARPA (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente), getta nuova luce sul pesantissimo impatto che i due impianti di incenerimento rifiuti siti a Colleferro hanno sulla salute dei residenti della cittadina e dell’intero comprensorio, da Artena a Segni, a Gavignano.
Lo studio non fa altro che confermare le tesi di chi per anni è stato tacciato di allarmismo perché denunciava i rischi sulla salute e sull’ambiente causati dall’incenerimento dei rifiuti.

Dalle analisi si riscontra un peggioramento dello stato di salute della popolazione dopo l’attivazione degli impianti, evidenziando picchi drammatici: +79% di ricoveri per malattie polmonari cronico ostruttive, +31% per malattie dell’apparato respiratorio e +78% di infezioni acute dell’apparato respiratorio nei bambini.

Per la prima volta viene stabilito un chiaro legame di causa-effettotra l’attività dei due inceneritori di Colleferro ed il progressivo aggravamento delle condizioni di salute degli abitanti della Valle.
L’assenza della parola “tumore” all’interno dei dati non deve ingannare. Lo studio, infatti, “considerando che l’inizio di attività degli impianti e stato fissato al 1° Gennaio 2003, periodo relativamente recente” non prende in considerazione “la mortalità o l’occorrenza di patologie tumorali o di patologie croniche” insorgenti sul campione di popolazione preso in esame, senza perdere l’occasione, tuttavia, di sottolineare come da precedenti indagini epidemiologiche nella Valle del Sacco fosse emerso “un eccesso di decessi per tutti i tumori e per alcuni tumori specifici (stomaco, laringe, polmoni, pleura e mielomi) tra gli uomini, mentre tra le donne si è riscontrato un aumento dei decessi per diabete”. 

Vogliamo aspettare che passino ancora degli anni, per vederci confermato che l’incremento dei tumori e l’attività degli inceneritori sono indissolubilmente legati a doppio filo? Per piangere, col senno del poi, altri morti? 

Unione Giovani Indipendenti

“QUANDO LA VOLONTA’ COLLETTIVA DIVENTA UN PROGETTO”: COME RICOSTRUIRE UN TERRITORIO – COLLEFERRO, 23/24/25 NOVEMBRE 2012

21 mercoledì Nov 2012

Posted by seiunozerovalledelsacco in Articoli, Comunicati Stampa

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ambiente, Antonio Cirillo, bic lazio, CITTALIA, colleferro, Comunità Europea, convegno, Coordinamento Valle del Sacco, CVS, dott. Gabriele Guazzo, dott.ssa Grazia Maria Piana, Energy Consultant, Fabrizio Nunnari, Fiume Sacco, Germania, Gruppo Logos, Nordrhein-Westfalen, Rete per la Tutela della Valle del Sacco, retuvasa, ricostruire, Ruhr, Sacco, sala Konver Colleferro, Schmidt, valle del sacco, Via degli Esplosivi

Quando la volontà collettiva diventa progetto:
COME RICOSTRUIRE UN TERRITORIO
Le Associazioni  Rete per la Tutela della Valle del Sacco e Gruppo Logos, per concludere un anno ricco di iniziative promosse in occasione del centenario della nascita dell’industria bellica a Colleferro (industria che ha favorito  la creazione di innumerevoli fabbriche lungo tutta la Valle del Sacco), organizzano una tre giorni che partirà il pomeriggio di venerdì 23 novembre e si concluderà nella mattinata della domenica successiva.
“Quando la volontà collettiva diventa progetto: come ricostruire un territorio” è il titolo di questa iniziativa che  sarà inaugurata con un evento davvero speciale. Ospite d’eccellenza sarà, infatti, Hanns-Dietrich Schmidt, responsabile dei rapporti internazionali del distretto della Ruhr nella Nordrhein-Westfalen in Germania, che terrà nella sala Konver- Via degli Esplosivi – Bic Lazio, alle ore 17.00, una conferenza per illustrare il progetto Ruhr, ritenuto un esempio d’intervento unico nel suo genere e un modello di riferimento per chiunque voglia far rinascere ex territori industriali. H.D. Schmidt sarà coadiuvato dall’Architetto Antonio Cirillo che effettuerà traduzione e commento.
A seguire daranno il loro contributo la dott.ssa Grazia Maria Piana, Energy Consultant, Specialista in Diritto ed Economia dell’UE,  sui processi partecipativi e i Piani Operativi Regionali e il  dott. Gabriele Guazzo di CITTALIA – area europa, sui nuovi fondi per il risanamento gestiti dall’ Unione Europea.
L’intento è quello di capire quale sia l’approccio più corretto per muovere i primi passi verso un vero percorso di risanamento del nostro territorio.Il convegno, che prende il titolo dalla frase di Wolfgang Pent, critico di architettura e teorico delle città ecosostenibili, “Il cambiamento è prima nella testa delle persone”, mostrerà come solo l’ interesse delle comunità per un programma economico-culturale e per un approccio alternativo alla pianificazione possano far uscire dalla crisi una regione depressa.
Per l’intera giornata di sabato 24novembre, sempre presso la sala Konver, si terrà un forum di associazioni nazionali e territoriali che permetterà ai partecipanti, soprattutto cittadini che vivono vicino a siti di importanza nazionale per le bonifiche, di confrontarsi al fine di stilare proposte comuni   e scambiarsi consigli su come rendere la loro azione sempre più incisiva.
A partire dalle ore 9.00, sarà dato il via a “Esperienze a confronto”, con tavoli tematici su: bonifiche SIN e matrici ambientali, salute e diritti, difesa del paesaggio e politiche agricole.
Si approfondiranno, altresì, tematiche fondamentali quali trasferimento, condivisione della conoscenza con percezione pubblica del rischio e del  danno; consumo di suolo, aggressione al territorio, all’ambiente, al paesaggio ed alla salute; filiere produttive, modelli di sviluppo, politiche del lavoro e alternative; norme, giurisprudenza, poteri e competenze istituzionali.

Spiegano gli organizzatori : ” Ci siamo resi conto che una seria politica per l’ambiente non può essere costituita da una molteplicità di risposte diversificate nei riguardi delle sempre più innumerevoli rivendicazioni locali. Quindi, occorre partire dalla creazione di un forte rapporto di reciprocità tra le associazioni ed i movimenti territoriali…..per sottoporre all’attenzione delle istituzioni proposte omogenee ed efficaci

Le adesioni al forum sono molte e gli stessi partecipanti avranno la possibilità di integrare e proporre altri temi.
Nel pomeriggio, dopo un incontro alle ore 17.30 con Fabrizio Nunnari, autore del saggio: “ Il nucleo di industrializzazione Valle del Sacco, un rischioso tentativo di sviluppo” in “Il caso italiano, industria, chimica e ambiente”, a cura di P. P. Poggio e M. Ruzzenenti, Jaca book, Milano 2012,Fondazione Micheletti, i partecipanti al forum sottoporranno i risultati del loro lavoro all’attenzione del pubblico che assisterà all’assemblea conclusiva.
La chiusura avverrà nella mattinata di domenica con un breve tour insieme agli ospiti attraverso Colleferro e dintorni, alla fine del quale ci saranno i saluti.

Gli organizzatori ringraziano fin d’ora tutti gli amici e i vari collaboratori per il prezioso  contributo fornito, indispensabile per la buona riuscita dell’iniziativa.

Valle del Sacco, 13 novembre 2012

Info:
retuvasa@gmail.com – 335.65.45.313 , gruppo.logos@tiscali.it – 320.11.09.297
http://www.facebook.com/colleferrocentenario.centannibastano

 

Perché si parla tanto di Ruhr ?
Il riscatto di quest’area della Germania era stato già sognato da Willy Brandt che,  nel 1961, in pieno industrialesimo, i cui effetti avevano prodotto  la devastazione del territorio e il degrado delle condizioni atmosferiche a causa dell’ industria estrattiva carbonifera e della  produzioni siderurgica, pronunciò una famosa frase:  “Il cielo sopra la Ruhr deve tornare ad essere di nuovo blu!”.

Con il successivo declino delle industrie minerarie degli anni ‘70-’80, tutto sembrava compromesso: colline cosparse di scorie industriali, ruderi di fabbriche dismesse, urbanizzazioni frammentarie e confuse, tracciati ferroviari fuori uso e, soprattutto, la configurazione sociale profondamente minata, essendo stata in precedenza strutturata in base all’iperspecializzazione produttiva.
Le somiglianze tra il dramma vissuto dagli abitanti  della Valle del Sacco e quelli della Ruhr sono innumerevoli. Il fiume Emscher, che conforma la valle tedesca  non diversamente  dal nostro, era stato  trasformato in un lungo scarico a cielo aperto.
Inoltre, anche nel nostro territorio, il tipo di economia caratterizzato dalla presenza di troppe piccole e medie industrie incapaci ancor oggi di trasformarsi da indotto della grande e morente industria  in attività autosufficienti, è una delle ragioni del declino socio-economico che stiamo vivendo.

Negli anni ‘90, i problemi della regione della Ruhr furono affrontati con grande coraggio dal governo regionale del Nordrhein-Westfalen che rivoluzionò l’Internationale Bauausstellung Emscher Park (Mostra Internazionale di costruzioni e architettura-IBA) e la trasformò in una società che vedeva nel suo consiglio d’amministrazione importanti esponenti della politica, dell’economia, dei sindacati e delle associazioni ambientaliste. Il  comitato di coordinamento è presieduto dal ministro dell’urbanistica e dei trasporti e composto dai rappresentanti della regione, dei comuni principali, degli ordini professionali e da singoli professionisti quali architetti, ingegneri, paesaggisti, artisti, naturalisti.

La Ruhr insegna che coordinare diversità come queste non è né complicato né costoso; il personale dipendente della S.r.L. non supera i trenta membri  dal momento che comprende un direttore esecutivo e sei direttori scientifici a part-time. Se analizzassimo i costi di gestione, probabilmente ci accorgeremmo che in Italia, con le discutibili operazioni di bonifica realizzate da alti commissariati, spendiamo molto di più senza raggiungere risultati soddisfacenti.

Il primo passo è abbandonare la presunzione di pianificare ed iniziare a coordinare.  L’IBA, non è mai stato un’autorità per la pianificazione.

Nel ’99, Wolfgang Pent fu chiaro:”…l’IBA si strutturò piuttosto come un’agenzia di consulenza. Come tale, indicò le direzioni verso le quali le iniziative potevano svilupparsi……. può aver posto degli obbiettivi, fornito delle conoscenze, svolto il ruolo di “Public Relation”, ma pianificare è qualcosa che non ha mai fatto” .

Il  progetto Ruhr ruota intorno ad un obiettivo: la realizzazione del grandeParco Paesaggistico dell’Emscher ( Emscher Landschaftspark) , un’area di circa 320 Kmq, che rappresenta più di un terzo della superficie complessiva della regione della Ruhr.

Esso si estende per circa 70 km, nella fascia est-ovest tra Duisburg, sul Reno e Bergkamen nella Westfalia e, in altezza, per 10-12 km su entrambi i lati del fiume Emscher; il suo tessuto connettivo ricongiunge e lega a sé le fasce di paesaggio che separano i 17 comuni compresi nel progetto.
“Passare dal concetto di salvaguardia  a quello di promozione del paesaggio”: questo è il messaggio più importante che lancia il progetto Ruhr.
Nel Parco dell’Emscher, il paesaggio gioca un ruolo strategico e viene utilizzato come mezzo per agire sull’immaginario, sulle aspettative e sui desideri dell’intera popolazione.
Lungi dal rassegnarsi, i cittadini della Ruhr hanno dimostrato di saper sognare, persino durante gli anni dell’industrializzazione, un grande  futuro di riscatto.  “…noi vogliamo realizzare solo ciò che per decenni abbiamo immaginato….”.
Oggi, questo paesaggio, ancora in piena metamorfosi, si sta delineando oramai con chiarezza, e gli abitanti insieme alle istituzioni sono parte di esso, pienamente partecipi e responsabili.
Certamente l’esperienza della Ruhr non può essere generalizzata e banalmente imitata. Karl Ganser, direttore dell’IBA, personaggio-chiave del progetto avverte: “….ogni regione è caratterizzata da condizioni economiche molto diverse, sia presenti che ereditate dal passato; oltre a ciò le condizioni finanziarie e legali differiscono molto da paese a paese. Per questo motivo ogni regione deve trovare il proprio modo di affrontare i suoi particolari problemi strutturali……un alto grado di interessamento per gli obiettivi ecologici e culturali, soprattutto quando la situazione occupazionale è particolarmente depressa e la necessità di investire forze e risorse extra, attraverso un approccio alternativo alla pianificazione, possono essere alcuni degli aspetti applicabili a livello mondiale”.
Nel nostro paese le identità comunali sono più forti che altrove, ed hanno impedito spesso l’elaborazione di progetti su vasta scala ( non si è mai riusciti ad elaborare piani intercomunali o anche semplici protocolli d’intesa ).
Anche i confini amministrativi, dei quali oggi si discute a causa dell’accorpamento delle Province e delle confuse autonomie regionali,  hanno comportato una sovrapposizione di competenze ed una vergognosa esplosione  dei costi. Il mondo delle professioni è rimasto chiuso in se stesso, rivelandosi incapace  di conquistare un ruolo sociale, per cui i tentativi di aggregazione sono stati vanificati da piccoli interessi individuali.

La speranza è che questo momento di confronto aiuti le amministrazioni locali a favorire la ricerca delle affinità linguistiche, culturali e culinarie tra le popolazioni della Valle del Sacco.
Anche gli aspetti positivi del nostro passato  industriale possono e devono essere conservati, cercando di favorire le relazioni di solidarietà tra lavoratori, le richieste di servizi sociali, il rispetto per il lavoro, il passaggio dal familismo alla difesa dei diritti dell’individuo.
“ In una fabbrica non si fabbrica solo quello che si fabbrica!” disse A. Moravia negli anni ’70,  quando il mondo degli intellettuali italiani iniziava a guardare altrove. Benché lo spirito di queste parole sia stato  dimenticato nel cassetto della memoria per troppi anni, l’esperienza della Ruhr lo fa tornare di attualità, dimostrando che una comunità che ha vissuto le drammatiche condizioni di vita legate al degrado ambientale, può insegnare al mondo come si costruisce un futuro ecocompatibile.

“ Fabbrichiamo il nostro paesaggio”,
ovvero lo spazio scenico che rappresenta  il nostro  futuro di cittadini consapevoli  di essere  un’unica comunità prodotta dal paesaggio e costantemente artefice dei propri cambiamenti.

RIFIUTI VALLE DEL SACCO. TMB A PALIANO: IL SINDACO STURVI ANNUNCIA LA MARCIA INDIETRO DEL PREFETTO SOTTILE.

09 venerdì Nov 2012

Posted by seiunozerovalledelsacco in Comunicati Stampa

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300.000 Tonnellate, 6 Ottobre 2012, 610, ambiente, Castellaccio, CDR, Clini, Colle Fagiolara, Comunità Europea, Coordinamento Valle del Sacco, CVS, Discarica, Dott. Goffredo Sottile, Emergenza, Enti Locali, Fiume Sacco, Inceneritori, indagini epidemiologiche, Inquinamento, Italcementi, manifestazione, Ministro, paliano, Piano dei Rifiuti, Prefetto, Regione Lazio, Sacco, Sturvi, Territorio, TMB, Trattamento Meccanico Biologico, valle del sacco, Veleno

Dalla stampa locale il Sindaco di Paliano, Maurizio Sturvi, annuncia la momentanea sospensione della realizzazione di un impianto di Trattamento Meccanico Biologico di rifiuti nel sito di Castellaccio, a seguito della nota a firma del Commissario per l’emergenza rifiuti nel Lazio, Dott. Goffredo Sottile, che  reciterebbe “ogni iniziativa al riguardo è momentaneamente sospesa”.

La notizia, che tuttavia non sancisce il definitivo stralcio del progetto e lascia ancora in piedi la spada di Damocle di un TMB a Colle Fagiolara, è comunque da considerare positiva per tutti i cittadini della Valle  che negli ultimi mesi si sono mobilitati per scongiurare un ennesimo scempio ambientale e che si sono riuniti, in migliaia, durante la manifestazione del 6 ottobre a Colleferro indetta dal Coordinamento Valle del Sacco.

Senza false illusioni, la decisione del Prefetto è sicuramente un primo traguardo frutto delle mobilitazioni messe in campo su tutto il territorio valligiano, dell’opera di sensibilizzazione e pressione verso le Istituzioni locali e delle azioni intraprese in sede europea da parte del CVS.

“Come ulteriore rassicurazione di pubblica utilità, chiediamo al Sindaco Sturvi di rendere pubblica la nota ricevuta dal Prefetto Sottile nella sua versione integrale. La nostra allerta e opera di denuncia sullo status quo ambientale e sanitario della Valle andrà avanti su tutte le situazioni critiche in essere – dichiarano i portavoce del Coordinamento –  con la rinnovata consapevolezza che il nostro lavoro è sicuramente riuscito a produrre risultati. Rinnoviamo l’appello al Ministro Clini – conclude il CVS – di partecipare ad una iniziativa pubblica a Colleferro per prendere atto e dibattere con il CVS sulle tante altre situazioni emergenziali che pendono sul nostro territorio, dalla bonifica della Valle del Sacco ancora in essere, alla discarica di Colle Fagiolara, alle attività già sanzionate della Italcementi, sino alle recenti e preoccupanti indagini epidemiologiche determinate dalla presenza di inceneritori e discarica”.

Coordinamento Valle del Sacco – Info: 3385909983

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